Il Vaticano ha recentemente reso pubblica la sua decisione del 1974 che nega l’autenticità delle apparizioni mariane avvenute ad Amsterdam tra il 1945 e il 1959. Una dichiarazione rilasciata dal Dicastero per la Dottrina della Fede ha chiarito che la sentenza di “constat de non supernaturalitate” – che afferma che un fenomeno non è soprannaturale – fu espressa dall’allora Sacra Congregazione per la Dottrina della Fede e approvata da San Paolo VI.

Le apparizioni, iniziate nel 1945 con la testimonianza di Ida Peerdeman, hanno visto Maria chiedere di essere conosciuta come “La Signora di tutte le Nazioni” e proclamata come “co-redentrice, mediatrice e avvocata”. 

Nell’omelia per la festa di Nostra Signora di Guadalupe del 12 dicembre 2019 Papa Francesco in spagnolo e in maniera spontanea ex tempore fece un riferimento al titolo di corredentrice: «Fedele al suo Maestro, che è suo Figlio, l’unico Redentore, Lei non ha mai voluto togliere nulla a suo Figlio. Non si è mai presentata come corredentrice. No, discepola» (Fiel a su Maestro, que es su Hijo, el único Redentor, jamás quiso para sí tomar algo de su Hijo. Jamás se presentó como co-redentora. No, discípula).

Il Santo Padre è circostanziato nel dichiarare che Maria non si è mai «presentata» come «corredentrice», né nel contesto dell’Annunciazione, né negli eventi storici di Guadalupe, argomento della sua omelia. 

Questo, tuttavia, non nega di per sé la legittimità dottrinale del titolo di corredentrice quando viene usato con il suo significato proprio nel riferirsi alla partecipazione unica di Maria alla Redenzione storica compiuta da Gesù Cristo, l’unico divino Redentore.

La decisione del Dicastero per la Dottrina della Fede è arrivata dopo la pubblicazione di nuove norme per discernere i presunti fenomeni soprannaturali. Queste norme mirano a permettere alla Chiesa di rispondere più efficacemente alle domande che spesso sorgono intorno alle apparizioni mariane. È significativo che prima di queste norme, le decisioni sui fenomeni soprannaturali venivano date solo ai vescovi e non erano rese pubbliche.

Nonostante il giudizio del 1974, molti fedeli hanno trovato un riferimento spirituale nelle apparizioni di Amsterdam. Questi eventi sono stati per loro un segno di devozione e di fede profonda. Questo fatto non può essere ignorato e richiede una riflessione teologica e pastorale adeguata. La Chiesa ha il compito di accompagnare questi fedeli, offrendo loro una guida che permetta di integrare queste esperienze nella vita ecclesiale in modo autentico e ortodosso.

La controversia sul termine “co-redentrice” è un esempio di come la teologia possa essere mal interpretata senza un’adeguata chiarificazione. Questo termine, sebbene presente in qualche Padre della Chiesa, necessita di essere spiegato nel contesto della dottrina cattolica per evitare malintesi. Un approccio pastorale adeguato potrebbe aiutare a dissipare la confusione e a promuovere una corretta comprensione del ruolo di Maria nella storia della salvezza.

Papa Francesco ha ancora ragione quando afferma che Maria «Non ha mai voluto togliere nulla a suo Figlio». 

Il titolo di Corredentrice ha una lunga e complessa storia all’interno della Chiesa. È stato usato da alcuni teologi e santi per descrivere la cooperazione unica di Maria nella redenzione. Questa cooperazione non è vista come pari dell’opera redentiva di Cristo, ma come una partecipazione unica ad essa.

Ricorderemo che Papa San Giovanni Paolo II e Papa Pio XI prima di lui hanno ripetutamente usato il titolo, «corredentrice» per la Madonna, senza togliere nulla a Gesù per darlo a Maria, ma piuttosto cogliendo la cooperazione unica di Maria nell’opera redentrice compiuta da Cristo.

 Il titolo di Corredentrice cerca di rappresentare, in una parola, la dottrina ufficiale della Chiesa della partecipazione impareggiabile di Maria alla Redenzione compiuta da Gesù Cristo, unico Divino Redentore, che viene ripetutamente riproposto nel Concilio Vaticano II (Lumen gentium, 56, 57, 58, 61) e dal Magistero pontificio degli ultimi tre secoli.

La dottrina della corredenzione mariana insegna che la Beata Vergine, per volontà di Dio, cooperò in un modo unico e singolare nell’opera di redenzione con e sotto il suo divino Figlio. Secondo San Tommaso d’Aquino, Dio, nella sua onnipotenza, avrebbe potuto redimere la razza umana in molti modi, ma ha scelto di diventare uomo essendo concepito e nato da una donna.

Le nuove norme del Dicastero orientano il discernimento dei fenomeni soprannaturali verso l’ottenimento di un “nihil obstat” – una dichiarazione che permette ai vescovi di promuovere il valore pastorale di un fenomeno senza esprimere certezza sulla sua autenticità. Questa distinzione è cruciale per evitare che fenomeni non autentici possano creare confusione tra i fedeli.

Mentre il giudizio del Vaticano sulle apparizioni di Amsterdam è chiaro, rimane il bisogno di accompagnare pastoralmente quei fedeli che hanno trovato in queste apparizioni un riferimento spirituale. La chiarificazione teologica e un accompagnamento pastorale adeguato sono essenziali per integrare queste esperienze nella vita della Chiesa, mantenendo sempre la centralità di Cristo come unico redentore e chiarendo il ruolo di Maria in modo ortodosso e rispettoso della tradizione cattolica.