Negli ultimi anni, alcune delle dichiarazioni sessiste e scandalose fatte dal defunto Silvio Berlusconi, al quale è stato appena dedicato l’aeroporto di Malpensa, sono emerse durante conversazioni telefoniche con il suo fornitore di escort, Gianpaolo Tarantini. Ignaro di essere intercettato dai magistrati che indagavano su Tarantini, Berlusconi, allora Presidente del Consiglio, fu sorpreso a pronunciare frasi come “La XXXX deve andare in giro” e a descrivere il cancelliere tedesco Angela Merkel in termini decisamente offensivi.
Queste intercettazioni hanno fatto scalpore non solo per il linguaggio volgare e sessista, ma anche perché hanno rivelato un lato intimo e inappropriato del leader politico. Tuttavia, grazie a una nuova legge approvata questa settimana dal governo italiano, le future conversazioni di natura simile potrebbero non vedere mai la luce del giorno. La legislazione vieta infatti la pubblicazione di intercettazioni che coinvolgono persone non sotto inchiesta, anche se parlano con individui sospettati di crimini.
La nuova normativa rappresenta un tentativo di mettere un freno alla diffusione di intercettazioni telefoniche che, nel passato, hanno messo in imbarazzo governo e potenti.
Pietro Pittalis, membro di Forza Italia, ha dichiarato: “Lo dobbiamo alla memoria del nostro presidente [Berlusconi]”.
Tuttavia, la legge non è arrivata in tempo per salvare Paolo Signorelli, portavoce del ministro Lolllobrigida, che si è “autosospeso” il mese scorso dopo essere stato registrato mentre lodava il fascismo e insultava gli ebrei durante una conversazione con un Fabrizio Piscitelli, alias Diabolik.
Sebbene Signorelli non fosse sotto inchiesta, le sue telefonate sono state registrate e rese pubbliche poiché stava parlando con lo spacciatore e ultras della Lazio, le cui chiamate erano monitorate dalla polizia.
La legge precede di pochi giorni l’anniversario della strage di via D’Amelio a Palermo ove perse la vita il giudice del pool investigativo antimafia Paolo Borsellino con cinque uomini della scorta. I figli del giudice assassinato hanno citato in giudizio lo Stato per depistaggio da parte di alcuni quadri istituzionali dell’epoca che deviarono i servizi segreti e utilizzarono la mafia come manovalanza sul territorio.
Secondo il governo di Giorgia Meloni, il fenomeno delle intercettazioni è fuori controllo. I pubblici ministeri italiani spendono fino a 200 milioni di euro all’anno per intercettare i telefoni di circa 110.000 sospetti criminali. La nuova legge obbliga anche gli investigatori a smettere di ascoltare quando i sospetti chiamano i loro avvocati, proteggendo così il diritto alla riservatezza legale.
Inoltre, la legislazione fa parte di un pacchetto più ampio di regolamenti che eliminano una legge anticorruzione che prendeva di mira i sindaci. Gli oppositori sostengono che questa legge fosse eccessivamente vaga e trascinasse inutilmente i sindaci in lunghi e costosi casi giudiziari.
La nuova legge italiana sulle intercettazioni telefoniche rappresenta un cambiamento significativo nel modo in cui le conversazioni private possono essere utilizzate nei processi legali e pubblici. Mentre da un lato protegge i cittadini e i politici non indagati da scandali imbarazzanti, dall’altro solleva preoccupazioni riguardo alla trasparenza e alla responsabilità dei leader politici. Solo il tempo dirà se questa legge riuscirà a bilanciare adeguatamente la privacy personale con l’interesse pubblico.