Le recenti elezioni in Georgia e Romania hanno acceso i riflettori su una tendenza politica preoccupante: l’ascesa di movimenti di destra con inclinazioni filo-russe in paesi che storicamente hanno oscillato tra l’attrazione verso l’Occidente e la pressione della Russia. Questo fenomeno non è isolato, ma rappresenta un cambiamento più ampio nel panorama geopolitico dell’Europa orientale, sollevando interrogativi sulla stabilità democratica della regione e sul ruolo dell’Unione Europea (UE).

Le elezioni in Georgia e Romania: un segnale d’allarme

In Georgia, le elezioni parlamentari del 26 ottobre 2024 hanno sancito la vittoria del partito “Sogno Georgiano”, che ha consolidato la sua posizione nonostante le accuse di brogli elettorali e le proteste di massa. Il partito, accusato di avvicinarsi sempre più alla Russia, ha sospeso i colloqui di adesione all’UE fino al 2028, segnando un passo indietro rispetto alle aspirazioni europee della Georgia. La presidente Salomé Zourabichvili, filo-occidentale, ha definito le elezioni una “falsificazione” e ha denunciato l’influenza russa nel processo elettorale, un’accusa che risuona nel contesto delle tensioni geopolitiche nel Caucaso.

In Romania, il primo turno delle elezioni presidenziali del 2024 ha visto un sorprendente successo di Călin Georgescu, un candidato di estrema destra noto per le sue posizioni filo-russe. La Corte Costituzionale ha annullato le elezioni, citando interferenze esterne presumibilmente orchestrate da Mosca. La popolazione rumena, delusa dalle promesse non mantenute dell’UE e segnata da disuguaglianze economiche, ha trovato rifugio in retoriche populiste che promettono soluzioni rapide e che guardano con favore alla Russia come contrappeso al presunto fallimento occidentale.

Perché l’Europa orientale guarda a destra e a Mosca

1. La disillusione verso l’Occidente

Il sogno europeo, alimentato dai paesi dell’Europa orientale dopo la fine della Guerra Fredda, è stato compromesso da progressi lenti e promesse percepite come non mantenute. L’integrazione nell’UE, tanto ambita da paesi come la Georgia, è stata ostacolata da requisiti complessi e da un senso di esclusione. In Romania, membro dell’UE dal 2007, i benefici dell’appartenenza europea non sono stati equamente distribuiti, lasciando spazio a sentimenti euroscettici.

2. Le campagne di disinformazione russe

Mosca ha utilizzato piattaforme digitali per influenzare l’opinione pubblica e destabilizzare i processi democratici. La Russia sfrutta narrazioni populiste, sottolineando i presunti fallimenti dell’UE e presentandosi come un’alternativa pragmatica. Le campagne mediatiche russe hanno trovato terreno fertile in Georgia e Romania, dove le popolazioni affrontano sfide economiche e sociali che rendono attrattive le promesse di stabilità offerte dalla Russia.

3. La fragilità economica

In entrambe le nazioni, le disparità economiche e la percezione di una governance inefficace hanno rafforzato il consenso verso partiti che promettono soluzioni rapide, spesso legate a una politica estera orientata a Mosca. In Romania, l’emigrazione massiccia verso l’Europa occidentale ha indebolito le comunità locali, alimentando sentimenti di abbandono. In Georgia, la mancanza di progressi tangibili nell’integrazione europea ha creato una frattura tra le élite filo-occidentali e una popolazione che si sente economicamente e culturalmente più vicina alla Russia.

4. La geografia politica

La posizione geopolitica di Georgia e Romania li rende vulnerabili alla pressione di Mosca. La Georgia, vicina al Caucaso settentrionale russo, dipende economicamente ed energeticamente da Mosca. La Romania, pur essendo membro della NATO, si trova in una regione dove l’influenza russa rimane forte, soprattutto attraverso il sostegno a movimenti di estrema destra e alla disinformazione.

In cosa ha sbagliato l’Europa

L’UE ha commesso errori significativi nella sua politica verso l’Europa orientale:

  1. Promesse irrealistiche: La mancata concessione dello status di candidato all’UE per la Georgia è stata vista come una mancanza di volontà politica da parte dell’Occidente. La lentezza nei progressi verso l’integrazione europea ha alimentato il sentimento che l’UE sia un club esclusivo.
  2. Reazione tardiva alle interferenze russe: L’UE ha sottovalutato l’impatto delle campagne di disinformazione di Mosca, reagendo con ritardo e lasciando che la narrativa filo-russa prendesse piede in molte comunità.
  3. Approccio uniformante: Le politiche europee spesso non tengono conto delle specificità locali. Ad esempio, in Romania, le disuguaglianze economiche interne e il ruolo della diaspora non sono stati adeguatamente affrontati.
  4. Mancanza di investimenti strategici: L’UE non ha investito a sufficienza in infrastrutture, istruzione e sviluppo economico nei paesi dell’Europa orientale, lasciando che questi spazi venissero occupati da investimenti russi o cinesi.

Cosa significa per il futuro geopolitico

La crescente inclinazione verso la destra e la Russia in Europa orientale rappresenta una sfida cruciale per l’UE e la NATO. Se non affrontata adeguatamente, potrebbe portare a una frammentazione dell’alleanza occidentale e a un rafforzamento dell’influenza russa nella regione. La Georgia e la Romania sono simboli di una lotta più ampia per il controllo geopolitico dell’Europa orientale, dove l’Occidente deve dimostrare il valore della democrazia liberale attraverso azioni concrete e tangibili.

Le elezioni controverse in Georgia e Romania sono un campanello d’allarme per l’Europa. La sfida è duplice: da un lato, contrastare le interferenze russe e, dall’altro, riformare le politiche europee per garantire un’integrazione più inclusiva e sostenibile. Solo così l’UE potrà riaffermare il suo ruolo come faro di democrazia
e stabilità in una regione sempre più ambita da forze avverse.