L’attacco iraniano del 1 ottobre 2024 contro Israele rappresenta una significativa escalation nel conflitto tra i due Paesi, portando il confronto a un livello inedito di aggressività. Secondo le fonti, l’Iran ha lanciato circa 200 missili balistici contro Israele, colpendo principalmente le aree di Tel Aviv e Gerusalemme. Questo attacco, avvenuto in almeno due ondate, ha innescato l’intervento dei sistemi di difesa missilistica israeliani e il supporto di due cacciatorpediniere statunitensi, che hanno contribuito a intercettare i missili in volo.

L’Iran ha giustificato l’azione come una risposta all’assassinio di Hassan Nasrallah, leader di Hezbollah, e di altri comandanti di alto rango come Ismail Haniyeh, avvenuti durante un raid aereo israeliano su un quartier generale sotterraneo a Beirut. Questa operazione ha messo a dura prova la cosiddetta “Asse della Resistenza”, una rete di milizie filo-iraniane attiva in tutto il Medio Oriente, di cui Hezbollah è parte centrale. L’attacco missilistico iraniano, quindi, si inserisce in un contesto di risposta a perdite strategiche significative per Teheran.

Dal punto di vista geopolitico, l’attacco rappresenta una strategia per riaffermare la presenza militare iraniana nella regione e per dimostrare che, nonostante le difficoltà, l’Iran è disposto a rispondere in modo diretto alle azioni israeliane. La presenza delle forze statunitensi nella regione e il coinvolgimento di Washington nella difesa israeliana mostrano che lo scontro rischia di trascinare altre potenze, trasformandosi in un conflitto regionale più ampio. La Casa Bianca, infatti, ha già dichiarato che ci saranno “severe conseguenze” per l’Iran, sottolineando la possibilità di un’escalation ulteriore se Teheran continuerà a lanciare attacchi.

Tuttavia, la reazione militare israeliana è stata finora contenuta. Sebbene il governo abbia mobilitato riserve e squadre di emergenza in tutto il Paese, l’obiettivo sembra essere quello di evitare un’escalation immediata e di garantire la sicurezza interna prima di rispondere militarmente su larga scala. L’uso di sirene e rifugi nelle principali città, nonché la chiusura temporanea dello spazio aereo israeliano, indicano una strategia difensiva e una prudenza che potrebbero puntare a dare tempo alla diplomazia per cercare di evitare un conflitto più vasto.

Questo attacco segna il secondo evento di attacco diretto iraniano contro Israele dal proprio territorio nel 2024, dopo un episodio simile avvenuto ad aprile. Questi ripetuti tentativi mostrano un cambiamento nella strategia militare di Teheran, che passa da operazioni indirette tramite gruppi proxy a un coinvolgimento diretto con armi proprie, segnalando una fase nuova e potenzialmente molto più pericolosa del conflitto israelo-iraniano.

L’evento del 1 ottobre evidenzia non solo la vulnerabilità di Israele rispetto a missili di lungo raggio, ma anche l’efficacia delle sue difese aeree, che hanno intercettato la stragrande maggioranza dei proiettili. Resta tuttavia la questione di quanto questo stato di guerra protratto possa destabilizzare ulteriormente l’intera regione e quanto durerà prima che una delle parti in causa decida di varcare una soglia critica.