Nell’omelia pronunciata allo stadio “Gelora Bung Karno” di Giacarta il 5 settembre 2024, Papa Francesco ha lanciato un messaggio profondo e coinvolgente ai fedeli, sottolineando due atteggiamenti fondamentali per essere veri discepoli di Cristo: ascoltare la Parola e vivere la Parola. Questo duplice approccio alla fede cristiana non solo rappresenta il cuore della vita cristiana, ma riflette una sfida universale che coinvolge tutti, credenti e non.
Papa Francesco ha sottolineato che tutto nasce dall’ascolto. Non è un ascolto passivo, ma un atto che richiede apertura e accoglienza. Nell’era della comunicazione frenetica e delle infinite parole che ci circondano, il richiamo all’ascolto della Parola di Dio diventa più attuale che mai. Non possiamo lasciarci distrarre dai rumori del mondo, ha detto il Pontefice, perché c’è una sete profonda e universale che solo la Parola divina può colmare: quella del senso della vita, della felicità autentica. Ascoltare la Parola di Dio significa trovare la bussola che guida i nostri passi in un mondo in cui spesso ci sentiamo smarriti.
Ma Francesco ha anche insistito che l’ascolto, da solo, non basta. La Parola deve essere vissuta, incarnata nella nostra vita quotidiana. Questo è il vero rischio della fede, come ha detto il Papa: non possiamo limitarci a parole o riti vuoti, ma dobbiamo essere pronti a metterci in gioco. Viverla significa osare, “correre il rischio” di cambiare noi stessi, di trasformare le nostre abitudini stagnanti, come Pietro che, nonostante una notte di fatica infruttuosa, accetta di gettare nuovamente le reti su ordine di Gesù.
Questo messaggio ha una forte risonanza in un mondo che spesso si rifugia nella mediocrità e nella paura del fallimento. Il Papa ci ha ricordato che non possiamo essere prigionieri dei nostri fallimenti. Le reti vuote, le delusioni, non devono bloccarci; al contrario, come Pietro, siamo chiamati a fidarci di Dio e a lanciare nuovamente le nostre reti. Questo richiamo al coraggio e alla fiducia ha un valore universale: non solo per i fedeli, ma per tutti coloro che cercano di costruire un futuro migliore, superando le difficoltà e i fallimenti personali e collettivi.
L’omelia di Papa Francesco, pur basandosi su un messaggio profondamente cristiano, parla direttamente anche al contesto globale. Il richiamo a “prendere il largo” e “correre il rischio” non riguarda solo la fede, ma anche la costruzione di una società più giusta, solidale e fraterna. In Indonesia, un paese variegato e complesso, caratterizzato da una grande diversità etnica e religiosa, il messaggio del Papa assume una rilevanza speciale: non stancarsi mai di seminare, di dialogare, di costruire una civiltà della pace.
Il richiamo alla figura di Santa Teresa di Calcutta, citata da Papa Francesco, è un esempio concreto di questa missione: la sua vita dedicata ai più poveri e agli esclusi, anche quando sembrava non esserci nulla da dare, è una testimonianza di come vivere la Parola significhi amare incondizionatamente, senza aspettarsi nulla in cambio. Il Papa ha esortato tutti a non smettere mai di seminare, anche quando sembra che non ci siano risultati immediati, perché l’amore e la speranza sono semi che fioriscono nel tempo.
In un contesto sociale globale spesso segnato da conflitti, disuguaglianze e paura del futuro, il discorso di Papa Francesco rappresenta una chiamata all’azione. Non si tratta solo di una riflessione spirituale, ma di un invito a costruire insieme una società migliore, basata sulla fraternità, sulla pace e sul dialogo. Questo è un messaggio rivolto non solo ai cattolici, ma a tutte le persone di buona volontà, in un mondo che ha bisogno di speranza, di amore e di azioni concrete.
Infine, il Papa ha lasciato un compito chiaro ai fedeli: “Fate chiasso!”. È un’esortazione a non restare in silenzio, a portare il Vangelo nelle piazze, nelle strade, nella vita di ogni giorno. In una società spesso indifferente o distratta, fare chiasso significa testimoniare con coraggio la propria fede, con azioni concrete e un cuore aperto verso gli altri.
L’omelia di Papa Francesco a Giacarta è dunque un appello universale a vivere la fede in modo autentico e coraggioso, a non temere il fallimento, ma a trovare sempre nuova forza nella Parola di Dio. È un invito a tutti, credenti e non, a costruire una società più giusta, solidale e piena di speranza.