La Chiesa percepisce l’urgenza di un modello educativo per le nuove generazioni. Maria rappresenta la risposta più adeguata per iniziare questo percorso storico, pedagogico e sociale.
Sulla base di tre importanti documenti, Evangelii gaudium, Laudato si’ e Fratelli tutti, Papa Francesco intende ricostruire il patto educativo globale.
L’idea è la creazione di un villaggio dell’educazione che generi una rete di relazioni umane e aperte.
Tale villaggio deve mettere al centro la persona, favorire la creatività e la responsabilità per una progettualità di lunga durata e formare persone disponibili a mettersi al servizio della comunità.
Occorre dunque un concetto di educazione che abbracci l’ampia gamma di esperienze di vita e di processi di apprendimento e che consenta ai giovani, individualmente e collettivamente, di sviluppare le loro personalità.
La figura di Maria, Madre di Gesù, non è esclusa dalla formazione di questo nuovo modello: la rete educativa è inseparabile dalla memoria delle esistenze significative che le tradizioni religiose e culturali preservano come “capitale umano” da non dimenticare e disperdere.
Mai come in questo momento – in un contesto dilaniato da contrasti sociali e privo di visione comune – è urgente un cambio di marcia che attraverso un’educazione integrale ed inclusiva, empatica, capace di ascolto paziente e di dialogocostruttivo faccia prevalere l’unità sul conflitto, sia esso sociale, culturale, armato.
Non a caso, alla figura di Maria è associata la diffusione empatica dell’unità senza che questa voglia dire annientamento o sottomissione della diversità; e la diffusione altrettanto empatica di quella che già San Giovanni Paolo II chiamava “cultura della vita” capace di mettere in crisi i fondamenti e le espressioni della “cultura della morte”.
Un futuro “promettente” nel quadro di una diffusa educazione permanente alla legalità, al rifiuto attivo della cultura dei fondamentalismi e dei rispettivi terrorismi, alla costruzione ed attuazione del diritto internazionale umanitario.
Anche qui, alla figura di Maria sono associati sia la possibilità di un futuro, sia la caratterizzazione di questo futuro come generatore fertile di speranza e di pace, sia la garanzia che nulla di ciò che caratterizza le biodiversità culturali e naturali vi andrà perduto.
«La pace non è solo assenza di guerra, ma l’impegno instancabile – soprattutto di quanti occupiamo un ufficio di maggiore responsabilità – di riconoscere, garantire e ricostruire concretamente la dignità, spesso dimenticata o ignorata, dei nostri fratelli, perché possano sentirsi protagonisti del destino della propria nazione» (Fratelli tutti, n. 233).
Per parte sua, Maria è figura luminosa di questo farsi compagna di strada dell’altro/Altro nell’incontro e nel dialogo, nella condivisione del lavoro, del pane, del nutrimento corporale e spirituale, della vita familiare, della vita della comunità.
La figura di Maria, sia attraverso la simbolica “materna”, sia attraverso la simbolica “sororale”, sia attraverso la simbolica “verginale”, sia attraverso la simbolica “regale”, rilancia precisamente la dinamica del con e del per quali costitutivi dell’assunzione umana del puro fatto di esistere, connotandolo come appartenenza ad un’unica grande e plurale famiglia accomunata dall’apertura (vocazione) al futuro, al “meglio”, alla gioia del vivere e da un avvenire comune che coinvolge il pianeta e tutti i viventi che vi abitano.
Geniale!