Mayotte, dipartimento francese d’oltremare nell’Oceano Indiano, sta affrontando una serie di sfide senza precedenti che intrecciano crisi ambientali, sociali e politiche.. Nel dicembre 2024, il ciclone Chido ha colpito duramente l’isola, con venti che hanno superato i 225 km/h, causando danni estesi. La maggior parte delle abitazioni, edifici amministrativi e parte del municipio della capitale, Mamoudzou, sono stati distrutti.
Prima del ciclone, Mayotte stava già affrontando una grave crisi idrica, la peggiore dal 1997. La scarsità d’acqua ha portato a razionamenti severi, con l’accesso all’acqua potabile limitato a un giorno su tre. Questa situazione ha avuto ripercussioni significative sulla salute pubblica, sull’istruzione e sull’agricoltura, esasperando una popolazione già vulnerabile.
La pressione migratoria dalle vicine isole Comore ha intensificato le tensioni sociali. In risposta, il governo francese ha lanciato l’Operazione Wuambushu nell’aprile 2023, mirata a contrastare l’immigrazione illegale e l’insicurezza, con lo smantellamento di baraccopoli e l’espulsione di migranti irregolari.
Nel febbraio 2024, il ministro dell’interno francese, Gérald Darmanin, ha annunciato l’intenzione di abolire lo ius soli a Mayotte, impedendo ai figli di immigrati nati sull’isola di ottenere automaticamente la cittadinanza francese. Questa misura, volta a ridurre l’attrattiva dell’isola per i migranti, ha suscitato dibattiti accesi e preoccupazioni riguardo ai diritti umani e all’integrazione sociale.
Mayotte si trova al crocevia di crisi ambientali devastanti, tensioni migratorie e decisioni politiche controverse. La combinazione di disastri naturali e misure governative restrittive richiede un’attenzione urgente e soluzioni sostenibili per garantire un futuro stabile e prospero per l’isola e i suoi abitanti.