Il sabotaggio dei gasdotti Nord Stream 1 e 2 nel settembre 2022 ha scatenato una serie di speculazioni e teorie che hanno avuto ripercussioni significative sulla geopolitica europea. Inizialmente, alcune voci avevano ipotizzato un coinvolgimento diretto della U.S. Navy nell’attacco, suggerendo che gli Stati Uniti avessero interesse a interrompere il flusso di gas russo verso l’Europa per interrompere la partnership commerciale ed esportare il loro gas. Tuttavia, nuove rivelazioni, riportate dal Wall Street Journal, hanno smentito queste ipotesi, puntando invece verso un coinvolgimento di attori ucraini.

Le modalità del sabotaggio e il coinvolgimento degli ucraini

Secondo il Wall Street Journal e altre fonti, il sabotaggio è stato eseguito da un gruppo di cittadini ucraini, tra cui Volodymyr Z., che ha guidato l’operazione utilizzando lo yacht Andromeda per trasportare e posizionare esplosivi lungo i gasdotti. L’intelligence olandese aveva inizialmente avvisato la CIA che a sua volta ha avvisato la Germania della possibile minaccia causando una momentanea sospensione del piano. Tuttavia, il Generale responsabile dell’operazione Valeriy Zaluzhniy ha deciso di proseguire nonostante i rischi, con il tacito consenso del Presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che ha visto nell’attacco un’opportunità per colpire duramente l’economia russa.

Americani scagionati 

Le rivelazioni del Wall Street Journal hanno contribuito a dissipare le speculazioni su un coinvolgimento diretto degli Stati Uniti nell’attacco. Le indagini hanno dimostrato che l’operazione era un’iniziativa portata avanti da un gruppo ucraino, senza supporto ufficiale né degli Stati Uniti né della NATO. Queste informazioni hanno cambiato radicalmente la narrazione iniziale, chiarendo che il sabotaggio non era parte di una strategia occidentale, ma piuttosto un’operazione condotta per infliggere danni economici alla Russia, limitando le sue risorse per finanziare la guerra in Ucraina.

Implicazioni per l’Italia: Sicurezza subacquea e il progetto NFS

Questi sviluppi hanno importanti implicazioni per l’Italia, soprattutto in relazione alla protezione delle proprie infrastrutture sottomarine. Il progetto “Near Future Submarine” (NFS), sviluppato dalla Marina Militare Italiana con il supporto di Leonardo e Fincantieri, diventa centrale per rafforzare la sicurezza subacquea nel Mediterraneo. Il NFS è progettato per potenziare le capacità operative dei nuovi sottomarini già in cantiere della Marina Italiana. Lo scopo sarà anche la protezione delle infrastrutture critiche nel Mediterraneo assicurando la sicurezza energetica del paese e dell’Europa. La piattaforma operativa del battello prevede una capacità senza precedenti di scoperta sottomarina con l’ausilio di più droni subacquei coordinati dalla plancia di comando a sua volta collegata con unità di superficie.

Il Mediterraneo è un’area strategica di vitale importanza, e la protezione delle rotte energetiche sottomarine è essenziale per prevenire attacchi simili a quello del Nord Stream. La partecipazione attiva dell’Italia al NFS non solo rafforza la sicurezza nazionale, ma rappresenta un contributo significativo alla stabilità e alla sicurezza della regione mediterranea, rendendo l’Italia un attore chiave nella difesa subacquea europea.