Il 20 ottobre 2024, il Chiapas ha perso una delle sue voci più coraggiose: padre Marcelo Pérez , sacerdote di 51 anni, è stato assassinato a colpi di pistola da due uomini a bordo di una moto mentre si recava a celebrare la Messa nella chiesa di Guadalupe a San Cristóbal de Las Casas.
Nato il 17 gennaio 1974 a San Andrés Larráinzar, una comunità indigena tsotsil, padre Marcelo è stato ordinato sacerdote nel 2002. La sua missione sacerdotale è stata caratterizzata da un impegno instancabile per la difesa dei diritti umani e la promozione della pace, spesso in contrasto con le autorità corrotte e il crimine organizzato che affliggono la regione.
Durante il suo ministero, ha ricevuto numerose minacce di morte a causa del suo lavoro a favore delle comunità indigene e della sua opposizione alla violenza dei cartelli della droga. Nonostante ciò, ha continuato la sua opera pastorale con determinazione, diventando un simbolo di resistenza per le comunità povere del Chiapas.
La sua morte ha suscitato profondo cordoglio nella Chiesa e nella società civile. Il cardinale Felipe Arizmendi Esquivel, vescovo emerito di San Cristóbal de Las Casas, lo ha ricordato come un “instancabile apostolo della pace”. La Conferenza Episcopale Messicana e la Compagnia di Gesù hanno condannato l’omicidio, chiedendo una risposta integrale e urgente da parte dello Stato per fermare la violenza che affligge il paese.
Il 23 ottobre, le autorità messicane hanno arrestato Edgar “N”, alias “Scrapy”, sospettato di essere l’assassino di padre Marcelo, nel Mercadito 2, a circa 700 metri dal centro storico di San Cristóbal de Las Casas.
La testimonianza di padre Marcelo Pérez rimane un faro di speranza e un richiamo all’impegno per la giustizia e la pace in una regione segnata da profonde ingiustizie sociali. La sua eredità continua a ispirare coloro che lottano per la dignità e i diritti dei più vulnerabili.