Il primo giorno del suo viaggio a Marsiglia, Papa Francesco ha lanciato un potente appello a favore dell’accoglienza dei migranti, ritenendo che l’Europa si trova ora di fronte a una scelta di civiltà.
Nella mediterranea Marsiglia, il Papa è venuto a lanciare, venerdì 22 settembre, un potente appello:
“Siamo a un crocevia tra la cultura dell’umanità e della fratellanza e la cultura dell’indifferenza” ha detto il Papa in mezzo ai rappresentanti di tutte le religioni presenti a Marsiglia.
Il Papa ha denunciato con forza, sia il “traffico odioso” che il “fanatismo dell’indifferenza” nei confronti di coloro che cercano di arrivare in Europa.
“Le persone che rischiano di annegare, quando vengono abbandonate sulle onde, devono essere soccorse”, ha ammonito, dopo aver osservato un momento di raccoglimento in silenzio, visibilmente commosso.
In questo discorso il papa ha ritrovato accenti impiegati proprio all’inizio del suo pontificato. Già in aereo, ai giornalisti al seguito, il Papa sperava di trovare il coraggio di parlare con parresia e completezza su tutto ciò che aveva nel cuore per i problemi dell’immigrazione.
Papa Francesco ha voluto mettere l’Europa davanti alle sue responsabilità storiche.
Ha invitato i paesi del Vecchio Continente a non attenersi più solo alle parole, ma a passare “alle azioni”, per aiutare uomini e donne “con considerati valute di scambio, imprigionati e torturati in modo atroce”. Marsiglia, e al di là di tutta l’Europa, è ora al bivio, poiché ha la scelta tra “incontro” e “confronto”.
Un messaggio chiaro alle autorità dei paesi che rinunciano a salvare le barche dei migranti alla deriva, o impediscono l’azione di associazioni come SOS Méditerranée, i cui rappresentanti erano in prima fila.
L’accoglienza dei migranti è una questione di civiltà, oltre che di spiritualità e di coerenza cristiana.
“Non possiamo rassegnarci a vedere esseri umani trattati come merce di scambio, imprigionati e torturati in modo atroce; non possiamo più assistere ai drammi dei naufragi, dovuti a traffici odiosi e al fanatismo dell’indifferenza. Le persone che rischiano di annegare quando vengono abbandonate sulle onde devono essere soccorse. E’ un dovere di umanità, è un dovere di civiltà!”.
“Non abituiamoci a considerare i naufragi come fatti di cronaca e i morti in mare come cifre: no, sono nomi e cognomi, sono volti e storie, sono vite spezzate e sogni infranti”.
Lo ha detto il Papa al Memoriale delle vittime del mare.
“Penso a tanti fratelli e sorelle annegati nella paura, insieme alle speranze che portavano nel cuore. Davanti a un simile dramma non servono parole, ma fatti. Prima ancora, però, serve umanità: silenzio, pianto, compassione e preghiera. Vi invito ora a un momento di silenzio in memoria di questi nostri fratelli e sorelle: lasciamoci toccare dalle loro tragedie”, ha aggiunto il Pontefice invitando al silenzio.