Durante il suo incontro con le autorità, la società civile e il corpo diplomatico di Timor Est, Papa Francesco ha offerto un discorso ricco di significato, sottolineando il cammino di sofferenza e rinascita del giovane paese. Accolto con calore dal presidente José Ramos-Horta, il Pontefice ha riconosciuto l’importanza della fede cattolica e della cultura locale come elementi chiave nel superamento delle sfide storiche, politiche e sociali del paese.
Nel suo discorso, Francesco ha ricordato il periodo di oppressione e dolore vissuto dal popolo timorese durante l’occupazione indonesiana, riconoscendo il coraggio e la determinazione che hanno permesso a Timor Est di risorgere come una nazione indipendente. “Voi siete un popolo che ha sofferto, ma saggio nella sofferenza”, ha affermato, riconoscendo il ruolo fondamentale della fede cattolica nella costruzione di una società pacifica e resiliente.
Un punto chiave del discorso è stato il tema della riconciliazione, in particolare con l’Indonesia, ex potenza occupante. Papa Francesco ha elogiato gli sforzi del paese verso la pace, incoraggiando una politica della “mano tesa” per superare conflitti e divisioni. Questo messaggio di unità è stato rafforzato dal richiamo alla Dichiarazione sulla Fratellanza Umana, firmata da Papa Francesco e il Grande Imam di Al-Azhar, documento che Timor Est ha incorporato nella propria cultura.
Il Papa ha anche sottolineato le sfide sociali che il paese deve affrontare, tra cui l’emigrazione, la povertà nelle aree rurali, e fenomeni come l’abuso di alcol e la violenza giovanile. Ha esortato le autorità a investire nella formazione dei giovani, che costituiscono il 65% della popolazione, vedendo in essi una risorsa preziosa per il futuro del paese. L’educazione, ha ribadito, è fondamentale per garantire uno sviluppo equo e sostenibile.
Papa Francesco ha affidato Timor Est alla protezione dell’Immacolata Concezione, incoraggiando il popolo a continuare nel cammino di pace, libertà e dignità. Il suo discorso ha offerto una visione di speranza, promuovendo la cooperazione tra lo Stato e la Chiesa per la costruzione di una società giusta e inclusiva.