Il 15 dicembre 2024, Papa Francesco ha incontrato i vescovi, sacerdoti, diaconi, consacrati e seminaristi nella cattedrale di Santa Maria Assunta ad Ajaccio, in occasione del Congresso sulla pietà popolare nel Mediterraneo. In un’atmosfera di riflessione e preghiera, il Papa ha sottolineato l’importanza di vivere il ministero con fedeltà e gioia, senza dimenticare mai che “al centro c’è il Signore”.

Francesco ha iniziato il suo discorso esprimendo gratitudine per la vita e il lavoro di tutti i presenti, ricordando l’esempio del sacerdote 95enne con 70 anni di sacerdozio. “Siete segno dell’amore misericordioso di Dio e testimoni del Vangelo”, ha affermato, ringraziando i partecipanti per il loro impegno. Tuttavia, il Papa ha anche riconosciuto le difficoltà che il clero affronta oggi, evidenziando la “povertà sacerdotale” come una benedizione. Questa povertà, ha spiegato, ci spoglia della pretesa di fare tutto da soli, ricordandoci che la missione cristiana dipende principalmente dall’opera di Dio.

Papa Francesco ha esortato i suoi interlocutori a mettere Dio al centro della propria vita. Ha parlato del rischio della “vanità” e della “mondanità”, invitando i pastori a non cadere nella tentazione di fare “il pavone” e a mantenere la giusta umiltà. Ha ricordato che ogni giorno, i sacerdoti e i religiosi devono rinnovare il loro sì a Dio, chiedendo sempre la grazia di vivere il proprio ministero in intimità con il Signore.

Il Papa ha poi lanciato due importanti inviti: avere cura di sé e degli altri. “La vita sacerdotale non è un sì che abbiamo pronunciato una volta per tutte”, ha detto, esortando alla cura della propria vita spirituale, che passa attraverso la preghiera quotidiana, l’Eucaristia e momenti di solitudine. Solo chi si prende cura di sé, ha sottolineato, può prendersi cura degli altri in modo efficace. Ha anche parlato dell’importanza della fraternità tra i ministri, invitando a “passare dal libro delle lamentazioni al libro del Cantico dei Cantici”, mettendo da parte invidie e critiche per favorire l’unità e la gioia di essere discepoli di Cristo.

Nel suo discorso, Papa Francesco ha enfatizzato la missione cristiana come quella di “portare Gesù agli altri”, ricordando la necessità di raggiungere coloro che sono lontani dalla fede, ma anche di rinnovare i linguaggi della fede, adattandosi alle sfide e ai contesti odierni. Ha ribadito la necessità di “perdonare sempre, perdonare tutto”, anche nel sacramento della Riconciliazione, dove il perdono deve essere offerto senza condizioni.

Infine, Papa Francesco ha concluso con un appello alla pace, ricordando le difficoltà che il Mediterraneo e il mondo intero stanno vivendo. Ha chiesto preghiere per la pace in Terra Santa, in Medio Oriente, in Ucraina e in altre aree di conflitto, concludendo con una preghiera per le vittime del ciclone che ha colpito l’Arcipelago di Mayotte.

Il Santo Padre ha poi invitato tutti i presenti a pregare insieme l’Angelus, affidando le sue intenzioni alla Madonna, Patrona di Ajaccio, e invocando la pace per tutte le terre che si affacciano sul Mediterraneo.