Il 13 marzo 2013, Jorge Mario Bergoglio veniva eletto Papa con il nome di Francesco, il primo Pontefice proveniente dalle Americhe e il primo gesuita a sedere sul trono di Pietro. Dodici anni dopo, il suo pontificato continua a essere segnato da un forte impulso riformatore, un’attenzione particolare agli ultimi e una costante apertura al dialogo.

Un Papa “della fine del mondo”

Quando si affacciò per la prima volta sulla loggia di San Pietro, Papa Francesco colpì il mondo per la sua semplicità: un saluto umile, la richiesta di preghiere per lui e l’uso del termine “Vescovo di Roma” anziché “Papa”. Fin dall’inizio, il suo stile ha segnato una rottura con il passato, privilegiando la vicinanza ai fedeli e rifiutando formalismi e privilegi.

Le grandi linee del pontificato:

1. Misericordia e Sinodalità

Uno dei concetti chiave del pontificato di Francesco è la misericordia. Questo tema ha trovato la sua espressione più forte nell’Anno Santo straordinario della Misericordia (2015-2016) e nella bolla Misericordiae Vultus. Per Francesco, la Chiesa deve essere un “ospedale da campo”, pronta ad accogliere chiunque senza giudizi sterili.

Accanto alla misericordia, la sinodalità è un altro pilastro. Attraverso i Sinodi sui giovani, la famiglia, l’Amazzonia e la sinodalità stessa, il Papa ha promosso un nuovo metodo di governo ecclesiale basato sul discernimento e sulla partecipazione attiva del popolo di Dio.

2. Riforma della Curia e lotta agli abusi

Francesco ha portato avanti un processo di riforma della Curia culminato nella Costituzione apostolica Praedicate Evangelium (2022), che ha ridefinito il ruolo degli organi vaticani, ponendo l’evangelizzazione al centro della missione della Chiesa.

Parallelamente, ha affrontato con decisione il tema degli abusi nella Chiesa, istituendo nuove norme per la protezione dei minori e dando un segnale forte con la rimozione di cardinali e vescovi coinvolti in scandali. Tuttavia, le resistenze interne e la complessità del problema hanno reso questo percorso irto di difficoltà.

3. La Chiesa in uscita e l’attenzione agli ultimi

Francesco ha insistito sulla necessità di una “Chiesa in uscita”, vicina ai poveri e alle periferie. La sua enciclica Evangelii Gaudium (2013) è stata un manifesto della missione evangelizzatrice della Chiesa, mentre Fratelli Tutti (2020) ha proposto un nuovo umanesimo basato sulla fraternità universale.

L’attenzione ai migranti, ai disoccupati, agli emarginati è stata costante: emblematico il suo viaggio a Lampedusa nel 2013 e il suo appello per una politica migratoria basata sull’accoglienza.

4. Ecologia e pace: un pontefice globale

Con l’enciclica Laudato Si’ (2015), Francesco ha posto l’ecologia al centro dell’insegnamento sociale della Chiesa, invitando a una “conversione ecologica”. Laudate Deum (2023) ha ribadito l’urgenza dell’azione contro i cambiamenti climatici.

Sul fronte della pace, il Papa si è speso instancabilmente per il dialogo tra le religioni e la risoluzione dei conflitti, dalla Siria all’Ucraina, dal Medio Oriente all’Africa. Tuttavia, le tensioni globali e le divisioni politiche hanno spesso reso difficile il suo ruolo di mediatore.

5. Dialogo con il mondo e riforme controverse

Francesco ha avviato un dialogo con le culture e le religioni del mondo. Il Documento di Abu Dhabi sulla Fratellanza Umana (2019) e gli incontri con leader musulmani e ortodossi testimoniano il suo impegno ecumenico e interreligioso.

Tuttavia, alcune sue riforme – come l’apertura a nuove forme di ministero per le donne, la pastorale per le persone LGBTQ+ e le riflessioni sul celibato sacerdotale – hanno sollevato critiche e divisioni, specialmente nei settori più conservatori della Chiesa.

La sofferenza e la vittoria su chi lo ostacolava

Nel corso di questi dodici anni, Papa Francesco ha vissuto momenti di grande sofferenza personale e fisica, che hanno messo alla prova la sua resilienza. I ripetuti ricoveri al Policlinico Gemelli, le operazioni chirurgiche per i problemi al colon e le difficoltà motorie causate dalla gonartrosi hanno mostrato al mondo un Pontefice fragile nel corpo ma indomito nello spirito. Anche costretto su una sedia a rotelle, Francesco ha continuato il suo ministero con determinazione, dimostrando che la sofferenza non è un ostacolo, ma un cammino di testimonianza evangelica.

Ma non è stata solo la malattia a metterlo alla prova. Fin dall’inizio del pontificato, Francesco ha dovuto affrontare una resistenza interna feroce. La sua lotta per la riforma della Curia, per una Chiesa meno clericale e più missionaria, per la trasparenza finanziaria e per il contrasto agli abusi ha scatenato l’opposizione di settori conservatori e tradizionalisti. Documenti riservati trafugati (Vatileaks 2), accuse di ambiguità dottrinale, critiche da parte di vescovi e cardinali hanno cercato di minare la sua autorità.

Ma Francesco ha resistito. Ha imposto riforme irreversibili, ha sostituito figure ostili in Vaticano, ha rinnovato gli assetti di governo ecclesiale. Gli oppositori più feroci, da Steve Bannon ai cardinali del dubia, hanno visto il loro peso ridursi. Il tempo ha giocato a suo favore: oggi la Chiesa è già trasformata rispetto al 2013, e il suo successore non potrà che proseguire il solco tracciato.

Le sfide per il futuro

A dodici anni dall’inizio del suo pontificato, Papa Francesco affronta sfide cruciali: la crisi delle vocazioni, il declino del cristianesimo in Occidente, le tensioni interne alla Chiesa e la necessità di una riforma ancora più incisiva. La sua età avanzata e i problemi di salute sollevano anche interrogativi sul futuro del suo ministero.

Tuttavia, il suo messaggio rimane chiaro: una Chiesa vicina agli ultimi, capace di ascoltare, di accogliere e di essere segno di speranza in un mondo ferito.

In questi dodici anni, Papa Francesco ha scritto una pagina unica nella storia della Chiesa. Resta da vedere come questo cammino proseguirà e quale sarà il lascito definitivo del suo pontificato.

Non sappiamo se rinuncerà o meno al pontificato per età e malattia, ma quello che è certo è che da un Papa “di passaggio”, come lo definivano alcuni nel 2013, Francesco si è dimostrato un riformatore di lungo corso. La sua sofferenza non lo ha fermato. Le critiche non lo hanno abbattuto. I nemici interni non lo hanno sconfitto.

E il futuro della Chiesa porta il suo segno.