Nel contesto delle celebrazioni per il 350° anniversario della prima manifestazione del Sacro Cuore di Gesù a Santa Margherita Maria Alacoque, Papa Francesco ha pubblicato il 24 ottobre 2024 in Città Vaticano, la sua quarta enciclica, intitolata “Dilexit nos sull’amore umano e divino del Cuore di Gesù Cristo.

L’enciclica suddivisa in cinque parti si concentra sull’amore umano e divino del Sacro Cuore di Gesù, proponendo una riflessione profonda su come questa devozione possa ispirare un rinnovamento ecclesiale e spirituale.

L’enciclica invita i fedeli a riscoprire un cuore missionario e sinodale, radicato nella devozione al Sacro Cuore, e affronta questioni centrali per il mondo contemporaneo e la Chiesa.

Papa Francesco, nel documento, propone una riflessione che si sviluppa attorno a una storia secolare di devozione al Sacro Cuore, con un lungo elenco di santi che hanno onorato e approfondito questo culto. Tra i nomi citati: Santa Margherita Maria Alacoque, San Francesco di Sales, Santa Teresa di Lisieux, Sant’Ignazio di Loyola, Santa Faustina Kowalska e il Beato Charles de Foucauld.

Il Papa sottolinea come in questa devozione sia possibile “trovare tutto il Vangelo”, un legame profondo tra la tradizione della Chiesa e la contemporaneità.

Nel testo, Francesco non si limita a ripercorre la storia, ma affronta anche sfide attuali, denunciando la diffusione di religiosità che mancano di un rapporto personale con Dio. Egli sottolinea come spesso si dimentichino “la tenerezza della fede, la gioia della dedizione al servizio e il fervore della missione da persona a persona”, richiamando l’importanza del ruolo missionario della Chiesa e il messaggio del Sinodo che si sta concludendo.

Un tema centrale del documento è la critica alla società contemporanea, definita come composta da “consumatori seriali” che vivono freneticamente, trascurando la propria interiorità e i legami fraterni. Il Papa osserva che mancano “il cuore e la pazienza per costruire relazioni umane autentiche” e per prendersi cura della “casa comune”, un richiamo evidente alla sua enciclica “Laudato sì” del 2015.

Il Papa collega la devozione al Sacro Cuore alle sue precedenti encicliche sociali, affermando: “Quanto è scritto nelle Encicliche sociali Laudato sì e Fratelli tutti non è estraneo al nostro incontro con l’amore di Gesù Cristo”. Questa affermazione conferma la continuità tra le sue riflessioni ecologiche e sociali e il tema spirituale dell’amore di Cristo.

Francesco ricorda anche l’importanza data al Sacro Cuore dai suoi predecessori: Papa Leone XIII, Pio XI, Pio XII e Giovanni Paolo II sono tutti citati per aver sottolineato la centralità di questo culto nella vita cristiana. In particolare, Pio XII nella sua enciclica “Haurietis aquas” del 1956 descriveva il culto al Sacro Cuore come una “sintesi sublime” dell’adorazione a Cristo. Giovanni Paolo II lo vedeva come una risposta ai movimenti spirituali che dimenticavano la misericordia di Dio, e Papa Benedetto XVI lo definiva una “presenza intima e quotidiana nella vita di ciascuno”.

Nelle conclusioni del documento, Papa Francesco sottolinea che la devozione al Sacro Cuore non deve essere relegata al passato, ma deve essere attuata nel presente, sia a livello personale che universale. Francesco avverte che la Chiesa deve evitare di “sostituire l’amore di Cristo con strutture caduche, fanatismi di ogni genere o ossessioni legate al passato”. È una chiamata a un’autentica conversione del cuore per rendere vivo il messaggio del Vangelo oggi.

In definitiva, l’enciclica “Dilexit nos” è un invito a coltivare un amore missionario e fraterno, basato sulla devozione al Sacro Cuore di Gesù, per affrontare le sfide del nostro tempo con rinnovata fede e dedizione.