Il Dicastero per la Dottrina della Fede ha emesso la nota “Gestis verbique”, ribadendo con fermezza che apportare modifiche ai sacramenti è considerato “gravemente illecito e meritevole di una pena esemplare”. Questo richiamo alla sacralità dei sacramenti segue le parole del Papa durante l’Assemblea plenaria del Dicastero, sottolineando l’importanza di apprezzare la bellezza e la potenza salvifica di questi riti sacri.
La nota, pubblicata il 2 febbraio, enfatizza che qualsiasi alterazione arbitraria alla forma o alla materia di un sacramento non solo è contraria alla legge, ma rende la celebrazione stessa invalida. Tale invalidità ha conseguenze gravi sia per i fedeli che per la stessa Chiesa. Si sottolinea chiaramente che se un sacramento non viene celebrato con precisione rispetto a materia e forma, esso è privo di validità, non avendo mai prodotto alcun effetto.
L’esigenza di questa nota deriva dall’incremento delle situazioni in cui si è dovuti constatare l’invalidità di sacramenti celebrati a causa di modifiche non autorizzate. Queste modifiche hanno reso necessario il ripetere riti di battesimo o confermazione in diverse circostanze. La nota cita specificamente casi in cui le formule di battesimo sono state alterate, portando a una dolorosa scoperta dell’invalidità dell’ordinazione di alcuni sacerdoti.
Materia e forma dei sacramenti sono descritte come elementi indispensabili, radicati sia nella storia umana che nell’ordine simbolico della Creazione. La parola, che conferisce un significato trascendente alla materia, deve attingere dalla Sacra Scrittura e dalla Tradizione ecclesiale, secondo quanto definito dal Magistero della Chiesa. La nota sottolinea che materia e forma non possono essere soggette alla volontà individuale o comunitaria e devono essere osservate fedelmente, senza aggiunte, omissioni o modifiche.
In situazioni di dubbi sulla validità di un sacramento a causa di alterazioni nella forma o nella materia, la competenza per il discernimento spetta al Dicastero per la Dottrina della Fede. La nota, approvata all’unanimità durante la Plenaria del Dicastero il 25 gennaio e ordinata dal Papa Francesco il 31 gennaio, ribadisce l’importanza di preservare l’integrità dei sacramenti nell’ambito della liturgia cattolica.
Era necessario fare dell’ordine. Troppe improvvisazioni e personalizzazioni. La liturgia è la Chiesa a darcela nell’esercizio del sacerdozio di Cristo attraverso i suoi ministri.