Quando un’opera d’arte approda in una città vivace e ironica come Napoli, è inevitabile che susciti reazioni contrastanti e persino qualche risata. È quanto accaduto con il monumentale Pulcinella stilizzato di Gaetano Pesce, recentemente inaugurato in Piazza Municipio. La scultura, parte del progetto “Napoli contemporanea”, ha sollevato un polverone di commenti e ironie sui social per la sua forma, che molti hanno trovato… vagamente fallica. Ma questa è solo la superficie di un’opera che, in realtà, nasconde un significato profondo e un legame affettivo tra l’artista e la città.
Gaetano Pesce: un maestro del design che ha scelto Napoli
Gaetano Pesce, celebre architetto e scultore, è nato a La Spezia nel 1939, ma è scomparso recentemente, nell’aprile del 2023. Con un’esperienza decennale nel mondo dell’arte e del design, Pesce ha lasciato il segno in tutto il mondo grazie alle sue creazioni in cui estetica e provocazione vanno di pari passo. Sebbene non sia nato a Napoli, l’artista aveva un rapporto speciale con il capoluogo campano, al punto da considerare questa città come destinazione della sua ultima opera. La scultura, intitolata “Tu si ’na cosa grande”, è stata concepita come un atto d’amore verso Napoli e i suoi abitanti, un omaggio che mescola tradizione e avanguardia in un contesto urbano storico .
Il significato del Pulcinella stilizzato
La scultura di Pesce raffigura Pulcinella in una forma stilizzata ed essenziale, alta ben 12 metri. Rappresenta il personaggio con un grande abito bianco, simile a un mantello gonfio, che sembra quasi voler abbracciare chi si avvicina. Ai suoi piedi, due cuori rossi giganti trafitti da una freccia dorata aggiungono un elemento sentimentale e giocoso. Tuttavia, ciò che ha attirato l’attenzione dei passanti è stata la struttura stessa del Pulcinella, che alcuni hanno notato assomigliare a una forma fallica, scatenando un’ondata di battute e meme sui social network.
Non è la prima volta che l’arte contemporanea a Napoli suscita reazioni del genere: i napoletani, con il loro proverbiale senso dell’umorismo, non si lasciano mai sfuggire l’occasione di ridere anche delle opere più “seriose”. Pesce, che aveva previsto questa accoglienza ironica, avrebbe probabilmente sorriso, perché il suo Pulcinella è proprio questo: una provocazione che stimola il dibattito, ma allo stesso tempo celebra lo spirito della città, capace di scherzare su tutto, anche sulle proprie contraddizioni .
Pulcinella: il simbolo di Napoli tra tradizione e irriverenza
Pulcinella, creato tra il XVI e il XVII secolo, è il personaggio per eccellenza della Commedia dell’Arte e una delle maschere più riconoscibili del teatro italiano. Il suo volto bianco e la maschera nera rappresentano una dualità insita nel carattere napoletano: allegro e malinconico, furbo ma anche buffone, capace di ribellarsi ai potenti con ironia ma anche di commuoversi per le sventure. Il nome potrebbe derivare da “pulcino”, per via della voce stridula e il naso adunco, che lo fanno sembrare un piccolo pennuto. È, dunque, l’incarnazione della capacità di adattamento dei napoletani, che sanno trasformare anche le situazioni più disperate in un’occasione per sorridere.
Un aneddoto su Pulcinella: l’arte di arrangiarsi
Un celebre aneddoto racconta che Pulcinella, perennemente affamato, un giorno si presentò al mercato chiedendo al pescivendolo un pesce a credito. Il venditore, stufo delle sue continue richieste, gli consegnò una padella vuota dicendo che conteneva una zuppa invisibile. Pulcinella, senza perdersi d’animo, iniziò a mescolare l’aria con un mestolo e poi, portandosi il cucchiaio alla bocca, disse: “Buona, ma manca un po’ di sale!” Il venditore, divertito, aggiunse un pizzico di sale alla padella vuota e Pulcinella, approfittando della distrazione, afferrò un pezzo di pane e fuggì via, esclamando: “Così ora è perfetta!”. Questo aneddoto mostra la capacità di Pulcinella di trovare il lato positivo anche nelle situazioni più assurde, trasformando la mancanza in abbondanza con un po’ di ingegno e tanta faccia tosta.
“Tu si ’na cosa grande”: un titolo significativo
Il titolo dell’opera, “Tu si ’na cosa grande”, richiama la famosa canzone di Domenico Modugno, simbolo dell’amore appassionato e del legame indissolubile tra due amanti. In questo caso, l’amore è quello dell’artista per Napoli, una città che lo ha ispirato e che, con questa installazione, Pesce ha voluto omaggiare in modo giocoso e provocatorio. La scelta dei cuori trafitti da una freccia enfatizza il contrasto tra la durezza della vita urbana e la tenerezza che si nasconde sotto la superficie.
Un finale aperto: Napoli tra passato e futuro
Con questa scultura, Gaetano Pesce ha dato a Napoli un nuovo simbolo, destinato a far discutere e a diventare parte integrante del paesaggio urbano. Il suo Pulcinella stilizzato è un ponte tra passato e presente, un’interpretazione contemporanea di una maschera antica che continua a parlare al cuore dei napoletani. E anche se molti, vedendola, sorrideranno pensando a qualcos’altro, questa è proprio la magia di Napoli: riuscire a trovare l’umorismo anche nelle provocazioni artistiche, trasformando ogni opera in un’opportunità per raccontare una nuova storia .