Da domani si svolge a Taranto un meeting sul Mediterraneo considerato luogo d’incontro e laboratorio di pace in una regione del mondo evocativa da un punto di vista storico e culturale e strategica sul piano geopolitico oggi più che mai.
Ancora oggi il Mediterraneo si presenta come luogo di transiti, di scambi, e talvolta anche di conflitti.
Mentre sulla sponda orientale è in corso la tragedia di Gaza, ci sono domande impellenti che affollano la mente.
In un contesto multireligioso e multietnico, come è possibile alimentare una convivenza tollerante e pacifica che si traduca in fraternità autentica?
Nel settembre del 2019 a Malta, in occasione dell’VIII centenario dell’incontro di san Francesco con il sultano Malik al-Kamil è nata la Rete Francescana del Mediterraneo OIKOS.
Importante è innescare reti tra tutte queste entità: con i monasteri delle clarisse, che hanno uno sguardo contemplativo sulla realtà, i Frati Minori stanno creando una rete dei santuari Mariani in tutto il Mediterraneo, per innescare reti di dialogo di pace in luoghi anche complicati come il Libano.
Da Taranto, poi, capitale della Magna Grecia, in una città ferita dal punto di vista ambientale e sociale si è ripartiti per innescare un processo sull’ecologia integrale per tutto il Mediterraneo.
Nel 2026 a Taranto si terranno i Giochi del Mediterraneo: questa è una bella occasione per innescare una cultura e un pensiero diverso.
La Rete vuole rendere generativa la presenza francescana nel Mediterraneo, promuovendo la cultura dell’incontro, del dialogo, della fraternità e innescando progetti concreti.
I Francescani, che sono presenti in tutti i Paesi del Mediterraneo, accogliendo l’invito del Papa ad ascoltare il grido che viene dalle acque del mare nostrum, intendono innescare processi concreti per trasformare il Mediterraneo in Casa Comune, secondo il paradigma dell’ecologia integrale.
Questo obiettivo sarà realizzato tramite l’Ufficio di Giustizia Pace e Integrità del Creato dei Frati Minori, in collaborazione con la Pontificia Università Antonianum, la Pontificia Accademia Mariana Internazionale, la Commissione Mariana Musulmana Cristiana e altri partner.
Anzi, Maria è la porta d’accesso per ripensare il ruolo della donna, che è uno dei drammi di tanti paesi del Medio Oriente o dell’Africa Settentrionale.
La Rete francescana ha un punto nevralgico su un territorio ferito da un modello di sviluppo sbagliato, e dal quale si vuole partire per innescare una nuova visione poliedrica e generativa.
Uno spazio di incontro e confronto tra studenti, ricercatori, imprenditori, artisti e religiosi per attivare progetti concreti sull’ecologia integrale nel Mediterraneo.
La grande industria nel ‘900 è stata presentata come il miracolo del Mezzogiorno, ma si è rivelata un grande bluff.
Taranto è paradigmatica per la presenza di una grande industria siderurgica oggi in declino che non ha saputo valorizzare il territorio.
Purtroppo per tanti anni l’Ilva è stata l’unica fonte di lavoro per migliaia di persone.
“Se l’impresa genera reddito ma non è attenta alla vita, non è vera impresa. Il rischio è che si continui con delle politiche industriali vecchie, che non sono quelle dell’ecologia integrale.
Ecco perché bisogna partire da Taranto per dire che c’è bisogno di una visione diversa, che non riguarda solo quella città: è un problema globale su come allacciare impresa, società, ambiente e salute, su come tenere insieme le cose.
È un problema di ecologia integrale, di uno sguardo e di una cultura diversa” dichiara fra Francesco Zecca, del Progetto Oikos e coordinatore GPIC della COMPI (Conferenza Ministri Provinciali di Italia e Albania).
Da diversi anni, inoltre, la Rete sta lavorando con la Camera di Commercio di Taranto, imprenditori e manager per trasformare le imprese nell’ottica dell’ecologia integrale.
Grazie alla partnership tra OIKOS e Aurora Aurora Fellows | The next step in Human Capital si è attivato un percorso in 6 città del Mediterraneo (Taranto, Scutari, Beirut, Il Cairo, Marrakech, Palma di Maiorca), in cui si stanno costituendo gruppi di giovani under21, cristiani, musulmani e ortodossi che saranno accompagnati in un percorso di crescita dei talenti e in uno scambio interculturale, immaginando e costruendo insieme il Mediterraneo del futuro.
Si sta costruendo una Rete tra le Università del Mediterraneo per attivare una visione sull’ecologia integrale e facendo emergere anche la polifonia, poliedricità, del Mediterraneo.
La Pontificia Università Antonianum ha già realizzato due edizioni del diploma sull’ecologia integrale, inoltre da ottobre 2021 è nata la licenza in filosofia con specializzazione in ecologia integrale.
Si è già costituito a Taranto un gruppo di giovani che si sta formando su come convertire l’impresa classica in una nuova impresa secondo l’ottica dell’ecologia integrale: il profitto non deve essere il fine, ma il mezzo per raggiungere il benessere della comunità.
Sarebbe bello un giorno avere un cambio di mentalità e, ad esempio, offrire ai giovani la possibilità di un Erasmus del Mediterraneo, che faccia cambiare la visione del Mediterraneo da frontiera, da mare di morte, a luogo di incontro e di contaminazione reciproca proficua.
È in questo ambito che dal 3 al 5 novembre si svolge a Taranto il meeting euro-mediterraneo dell’ecologia integrale.
Vi parteciperanno P. Giuseppe Buffon prorettore alla ricerca nelle Pontificia Università Antonianum che presenterà il “pedifesto” della pace.
Fra Bahjat Karakach in collegamento da Aleppo presenterà i percorsi di guarigione dai traumi di guerra.
Chiara Barbaccia, partecipante agli Incontri del Mediterraneo parlerà dei giovani del Mediterraneo in dialogo a Marsiglia, dopo il recente viaggio di Papa Francesco.
A conclusione della giornata, nella chiesa San Pasquale Baylon, ci sarà la preghiera interreligiosa per la pace con Ciro Miniero, arcivescovo di Taranto, Nader Akkad, imam della grande moschea di Roma e Urio Aharon Biagini del Movimento Masorti/Conservative.
È un modo per trasformare i conflitti armati e le mura che si innalzano in ponti di dialogo e di pace nella consapevolezza che in un mondo globalizzato nessuno può farcela da solo.
Ottima iniziativa portata avanti dai francescani. Bisogna ripartire dal Mediterraneo, luogo di incontri e di scontri per uno sviluppo ecosostenibile e una cultura di pace.