IL CASO: Il dibattito sull’aborto oggi è acceso più che mai. Dopo l’ingresso nella Costituzione della Francia dell’aborto come Diritto, viene contestata la presenza nei consultori italiani di organizzazioni che promuovono la vita.
La legislazione permissiva in materia di aborto è un fenomeno del XX secolo.
Il divieto penale di sopprimere il frutto del concepimento era una costante fin dall’epoca degli imperatori romani Settimio Severo e Antonino Caracalla.
Malgrado le non acquisite conoscenze in materia medica, biologica e neonatale, i Romani avevano chiaro il concetto che il nascituro rappresentasse un soggetto distinto dalla madre e quindi oggetto di tutela.
L’aborto legale è la spia del la concezione materialistica dell’esistenza. Non a caso esso compare per la prima volta nell’unione Sovietica, dove il materialismo teorico è dottrina ufficiale. La legalizzazione dell’aborto in Unione Sovietica precede di 47 anni L’Abortion act della Gran Bretagna. In una società sempre più orientata al consumo e al piacere individuale, il significato profondo e sacro della sessualità è stato eroso e ridotto a un mero strumento di gratificazione personale. Questo atteggiamento ha contribuito a una cultura in cui la responsabilità per le proprie azioni è spesso trascurata, portando alla negazione della dignità della vita nascente e all’accentuazione dell’autodeterminazione come unico criterio di moralità.
Il bambino non nato è un bambino come tutti gli altri, ha bisogno di protezione ma la gravidanza è una situazione particolare: si devono trovare strumenti diversi per difenderlo
Viene in aiuto la dottrina costituzionale tedesca. I tedeschi dicono: “la pena, la sanzione penale ha una funzione preventiva ma è una estrema ratio.
Ci devono essere gli strumenti pubblici con i quali lo Stato, in un momento in cui rinuncia a punire, mostra che non rinuncia a fare tutto il possibile per evitare l’aborto con l’aiuto dei consultori familiari.
Visibilità e Dignità della Vita Prenatale
Una delle sfide principali nel dibattito sull’aborto è stata la crescente visibilità della vita nascente. Con lo sviluppo della scienza e della tecnologia, ciò che un tempo era considerato invisibile è diventato tangibile e comprensibile. Dall’avvento dell’ecografia alle scoperte nel campo della genetica, oggi siamo in grado di osservare e comprendere l’incredibile complessità e la dignità dell’embrione umano sin dalle prime fasi dello sviluppo. Tuttavia, nonostante questa crescente consapevolezza, molti scelgono ancora di ignorare o negare la realtà della vita nascente, preferendo concentrarsi su altri aspetti della questione.
Diritto alla Vita e Legittimità delle Leggi
Il concetto di diritto alla vita è al centro del dibattito sull’aborto, ma la sua applicazione pratica nelle legislazioni nazionali e internazionali rimane oggetto di controversie. Mentre alcuni sostengono che il diritto alla vita debba essere esteso fin dal concepimento, altri argomentano che tale diritto debba essere bilanciato con altri interessi, come l’autodeterminazione e la salute della madre. Tuttavia, il rischio di ridurre il diritto alla vita a una questione di convenienza o di statistica mina la sua stessa validità come principio fondamentale della giustizia.
La Francia ha inserito recentemente l’aborto come diritto costituzionale.
Il problema antropologico è la considerazione dell’individualità ontologica del nascituro e della sua dignità di persona rispetto alla madre.
La dottrina costituzionale tedesca, ad esempio, parlando di pena come estrema ratio ammette che lo Stato, in un momento in cui rinuncia a punire per esempio dall’aborto, non rinuncia a fare tutto il possibile per evitare l’aborto con l’aiuto dei consultori familiari.
In questo senso la legge italiana 194 mostra quest’apertura a una scelta almeno più consapevole da parte della donna.
Più volta e da più parti si è inneggiato all’autodeterminazione assoluta della donna come se il feto fosse un’appendice del suo utero. In realtà dietro ogni aborto rimane un dramma esistenziale fatto di rimorsi – nella migliore delle ipotesi – che accompagna la scelta estrema di una donna sul suo figlio, che non è mai presa a cuor leggero.
Il dibattito sull’aborto richiede una riflessione profonda e rispettosa sia della vita nascente che dei diritti delle donne. Rivendicando la dignità e il valore intrinseco della vita umana sin dal concepimento, possiamo promuovere una cultura che rispetti e protegga tutte le forme di vita, offrendo supporto e risorse alle donne in situazioni difficili e cercando soluzioni che rispettino appieno la sacralità della vita.
Articolo illuminante sul dibattito in corso. Grazie!