Con il recente summit europeo a Granada, si annuncia un allargamento dell’unione Europea che includa anche l’Ucraina. La possibilità, sempre meno remota, costituirebbe una rivoluzione geopolitica pari alla caduta del Muro di Berlino ai danni di Russia e Cina.
È l’incubo del presidente russo Vladimir Putin un’Ucraina democratica orientata all’Occidente, membro della NATO e dell’Unione Europea.
È soprattutto per questo che ha iniziato la sua guerra imperiale affinché la culla dell’antica Rus’ rimanesse nella sfera della Federazione Russa.
Putin ultimamente ha smesso però di preoccuparsi di giustificare la guerra, forse perché anche lui è troppo imbarazzato per pronunciare ad alta voce il nichilismo che le sue azioni urlano: “se non posso avere l’Ucraina, mi assicurerò che anche gli ucraini non possano averla”.
Le recrudescenze della guerra stanno una volta per tutte allontanando gli stessi Ucraini del Donbass o quelli di lingua Russa da simpatie verso la madre Russia.
Se l’adesione alla NATO dell’Ucraina è qualcosa di delicato e complesso, i colloqui su una possibile adesione all’UE stanno apparentemente concretizzandosi.
I capi di stato e di governo dell’UE si sono incontrati a Granada, in Spagna, il 6 ottobre 2023 nel quadro della Comunità politica europea con i rappresentanti dell’Ucraina e dei Balcani occidentali.
All’ordine del giorno anche il desiderio dell’Ucraina di iniziare i negoziati di adesione all’UE entro la fine dell’anno.
Allo stesso tempo, il belga Michel ha sottolineato che non ci sarà uno sconto politico, né per l’Ucraina, né per gli altri candidati all’adesione all’UE.
Si tratterebbe di sei stati dei Balcani occidentali, della Repubblica di Moldavia e solo timidamente della Turchia, sempre più autocratica e quindi difficilmente assimilabile dagli standard europei.
“L’Ucraina e gli altri candidati devono attuare le riforme, combattere la corruzione e soddisfare i requisiti legali”, ha detto Michel.
Nella guerra in corso, ciò che è malvagio – oltre la morte, il dolore, il trauma e la distruzione che ha inflitto a così tanti ucraini – è che in un momento in cui il cambiamento climatico, la carestia, le crisi sanitarie e molto altro stanno stressando il Pianeta Terra, l’ultima cosa di cui l’umanità aveva bisogno era di deviare così tanta attenzione, energia collaborativa, denaro e vite per rispondere “all’operazione speciale” di Putin.
L’ex consigliere per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti Zbigniew Brzezinski ha osservato quasi 30 anni fa: “Senza l’Ucraina, la Russia cessa di essere un impero, ma con l’Ucraina subornata e poi subordinata, la Russia diventa automaticamente un impero”.
La sua integrazione nell’Unione europea e nella NATO costituirebbe un giorno un cambio di potere che potrebbe rivaleggiare con la caduta del muro di Berlino e l’unificazione tedesca.
L’Ucraina è un paese con un capitale umano impressionante, risorse agricole e risorse naturali – “mani, cervelli e cereali”, come amano dire gli investitori occidentali a Kiev.
La sua piena integrazione nella sicurezza democratica e nell’architettura economica dell’Europa si farebbe sentire su Mosca e su Pechino.
Putin lo sa. La sua guerra non è mai stata principalmente quella di contrastare l’espansione della NATO.
L’espansione della NATO è il pretesto di Putin: gli permette di giustificare la militarizzazione della società russa e di presentarsi come l’indispensabile guardiano della forza della Russia.
Basta guardare negli occhi i soldati ucraini dal fronte, o parlare con i genitori per le strade di Kiev, per essere spogliati di qualsiasi illusione sull’equilibrio morale di questa guerra.
Le foto che vediamo di città e villaggi devastati dalle bombe nell’Ucraina orientale e le agghiaccianti scoperte che abbiamo letto dalle Nazioni Unite documentano casi in cui non c’è pietà nemmeno per bambini uccisi, mutilati, abusati e deportati.
Non è ancora chiaro a quale prezzo la pace sarà raggiunta, il come e il quando.
Chissà se qualche compromesso sporco sarà l’opzione meno peggiore, e in caso contrario, che tipo di compromesso, quanto sporco, e garantito da chi…
In altre parole, nel momento in cui si esce dal quadro giudiziario di questa guerra – e si entra nel regno della diplomazia della realpolitik – l’intero quadro passa dal bianco e nero a diverse tonalità di grigio.
Questo perché il cattivo è ancora potente e ha ancora amici e quindi voce in capitolo.
Anche l’Ucraina ha molti amici impegnati ad aiutarla a combattere non finché vuole , ma fino a quando non diventerà troppo lungo e oneroso per Washington e le altre capitali dell’Occidente.
Il 12 settembre 2023 Putin ha detto a una conferenza economica in Russia che le novantuno imputazioni di crimine presentate contro Donald Trump in quattro diverse giurisdizioni statunitensi rappresentano la “persecuzione del proprio rivale politico per motivi politici” e mostrano “il marciume del sistema politico americano, che non può fingere di insegnare la democrazia agli altri”.
La sala è scoppiata in un applauso per un leader rinomato per aver usato biancheria intima velenosa, un aereo che esplode e campi di lavoro siberiani per “insegnare la democrazia” ai suoi rivali.
La spudoratezza è mozzafiato. E mentre la sua richiesta di aiuto militare alla Corea del Nord è patetica, il fatto che sia pronto a cercarla sottolinea che intende continuare questa guerra fino a quando non può venire via con qualche pezzo di Ucraina che può brandire come un trofeo salvacarriera.
Ha poi aggiunto: “Tutti coloro che nel mondo apprezzano la libertà, la vita umana, sanno che il successo specifico dell’Ucraina, dipende non solo da noi, dagli ucraini, ma anche dalla misura in cui l’intero vasto spazio morale del mondo vuole permanere tale”.
Ristabilire i confini in guerra richiede quasi sempre la totale sconfitta e l’occupazione dell’aggressore. La Russia ha più di tre volte la popolazione dell’Ucraina.
E quando ascolti i soldati ucraini parlare, senti un cocktail di sfida simile a Zelensky, mescolato con ammissioni di esaurimento.
Nessuno, nel cuore dell’Europa era pronto ad avere la sua vita sconvolta da questo tipo di guerra a tutto campo che, nonostante le minacce della Russia fino al 22 febbraio 2022, sembrava sempre una remota possibilità.
La vita sociale degli Ucraini è ora: cene occasionali con gli amici, feste di compleanno per bambini e “funerali”. Non era questo il sogno.