Dopo la decisione autoritaria di ritardare la tornata elettorale sono scoppiate violente proteste in Senegal a partire dalla capitale Dakar. Questo ha mosso i leader religiosi cristiani e musulmani a mobilitarsi per evitare la recrudescenza e richiamare i politici al rispetto del dettato costituzionale.
Il Parlamento senegalese ha deciso di posticipare le elezioni presidenziali, originariamente fissate per il 25 febbraio, al 15 dicembre, in seguito all’annuncio del presidente Macky Sall di rinviare le elezioni a tempo indeterminato. Questa scelta è stata motivata da una disputa sulle liste dei candidati ammessi.
La decisione ha scatenato proteste, soprattutto a Dakar, con scontri violenti tra la polizia e i manifestanti, organizzate dai principali politici di opposizione.
Il vescovo di Dakar, Mons. Benjamin Ndiaye, ha richiamato al rispetto della Costituzione, affermando che il Senegal deve vivere secondo le sue leggi. Ha espresso preoccupazione per la situazione, sottolineando che il rispetto delle regole è fondamentale per il progresso.
La Lega degli Imam e dei Predicatori del Senegal ha criticato il rinvio delle elezioni, avvertendo che comporta rischi di instabilità. Hanno chiesto al presidente Sall di considerare l’appello e di garantire un’uscita onorevole per il paese.
Anche a livello regionale, vi è disapprovazione per la decisione, con richieste di liberazione dei prigionieri politici e rimozione dei membri del Consiglio Costituzionale coinvolti in scandali di corruzione.