Ogni anno in Italia, quasi 90mila separazioni e 80mila divorzi coinvolgono circa 350mila persone, sconvolgendo vite, progetti e famiglie. La statistica lascia poco spazio all’immaginazione: dietro ai numeri si nasconde una sofferenza profonda che non si limita alla coppia ma si estende ai figli e alla famiglia allargata. Nella maggior parte dei casi, alla base della crisi c’è un tradimento, un evento che mina la fiducia, scatena rabbia e spesso porta a un desiderio di annullare tutto.
Eppure, in molte situazioni, la possibilità di ricominciare esiste. Non sempre il tradimento è la fine inevitabile di una relazione, e affrontare il dolore con maturità e lucidità può aprire nuove strade. È questo il messaggio che emerge dalle esperienze di associazioni come Retrouvaille e i “Percorsi di luce” del movimento dei Focolari, ma anche da iniziative laiche come la coaching community Resilia life, che propone un approccio pratico per superare le crisi di coppia.
Dieci passi per ritrovare l’equilibrio
Resilia offre una guida concreta: dieci passi per affrontare i momenti critici, accettare le emozioni, comunicare, e, se possibile, ricostruire la fiducia. È un approccio che invita alla riflessione, al dialogo e alla comprensione, per cercare di dare un senso a ciò che è accaduto.
Tra i consigli, uno dei più impegnativi è “accettare le emozioni”. Quando si subisce un tradimento, è naturale voler respingere la rabbia e il dolore. Ma ignorare queste emozioni non le cancella; anzi, le amplifica. Accettarle significa prendersene cura, riconoscendo che fanno parte di un processo di guarigione. È un primo passo necessario per andare avanti.
Altrettanto difficile è il consiglio di “cercare chiarezza e buona comunicazione”. Chi tradisce spesso tende a evitare il confronto, alimentando confusione e incertezza. Ma la comunicazione è un diritto e un dovere reciproco. Capire cosa ha portato al tradimento non è solo un atto di giustizia verso la persona ferita, ma anche una base indispensabile per ripensare il futuro.
Andare oltre la ricerca del colpevole
Un altro consiglio cruciale è “evitare di cercare un colpevole”. Questa indicazione può sembrare controintuitiva, ma in realtà invita a non fermarsi al sintomo (il tradimento), andando invece alla radice delle incomprensioni e delle fragilità relazionali. Certo, ogni tradimento è una scelta personale e responsabile, ma spesso è anche il frutto di una relazione già compromessa.
In questo senso, “stabilire i limiti” diventa un passo fondamentale. Ogni persona ha il diritto di definire ciò che è accettabile nella relazione e ciò che non lo è. È un modo per tutelarsi e per garantire che la relazione, se prosegue, si basi su un rispetto reciproco.
Educare alla stabilità affettiva
La prevenzione resta però la chiave. Come sottolinea Valeria Riccio, cofondatrice di Resilia, molti tradimenti e rotture potrebbero essere evitati se le persone fossero più preparate a gestire i momenti critici. L’educazione affettiva è una risorsa essenziale, non solo per riconoscere i segnali di crisi, ma anche per affrontarli con gli strumenti giusti.
Nessuno insegna come amare o come affrontare i momenti di tensione che inevitabilmente sorgono nella vita di coppia, specie in fasi di transizione come la nascita di un figlio o le difficoltà economiche. È qui che si gioca la vera sfida: dotare le coppie di strumenti per navigare le tempeste senza affondare.
Le ferite causate da un tradimento o da una crisi di coppia possono essere devastanti, ma non sempre irreparabili. Con il giusto supporto, sia da parte di professionisti sia attraverso percorsi di crescita personale, è possibile trasformare il dolore in una possibilità di rinascita. Le relazioni non sono mai perfette, ma affrontare le difficoltà con maturità e apertura può renderle più forti e autentiche.
La stabilità affettiva, come ogni altro aspetto della vita, si costruisce giorno dopo giorno, con amore, rispetto e impegno. Ed è forse proprio questo il messaggio più importante: il tradimento non deve essere la fine, ma può diventare l’inizio di un nuovo cammino.