La nomina di suor Raffaella Petrini a Presidente della Pontificia Commissione per lo Stato della Città del Vaticano e del Governatorato, a partire dal primo marzo 2025, rappresenta un segnale forte e inequivocabile della volontà di Papa Francesco di promuovere l’inclusione femminile all’interno della Chiesa cattolica. Un gesto che va oltre il semplice riconoscimento di competenze individuali e si inserisce in una visione ecclesiale più ampia, in cui le donne assumono sempre più ruoli di responsabilità e guida.

Il ruolo di Suor Raffaella è di primaria importanza nella gestione amministrativa dello Stato vaticano. Combina competenze di governo, amministrazione e supervisione delle attività civili dello Stato più piccolo del mondo, con una responsabilità diretta verso il Papa, che ne è il sovrano assoluto.

Suor Raffaella Petrini, appartenente alle Suore Francescane dell’Eucaristia, è una figura di comprovata esperienza, con una formazione accademica solida in Scienze Politiche e un dottorato in Dottrina Sociale della Chiesa. Già segretario generale del Governatorato dal 2022, ora diventa la prima donna a guidare una delle istituzioni amministrative più rilevanti dello Stato della Città del Vaticano. Una scelta che rompe schemi consolidati, ma che si inserisce in un processo iniziato da Francesco sin dai primi anni del suo pontificato.

Papa Francesco ha spesso ribadito la necessità di dare spazio alle donne nella Chiesa, non come concessione formale, ma come riconoscimento di un carisma e di una competenza che possono arricchire la vita ecclesiale e istituzionale. “La donna non è un ornamento, ma protagonista della Chiesa”, ha dichiarato più volte. Con questa nomina, il Pontefice dimostra che le parole si traducono in fatti, affidando a una religiosa francescana un compito cruciale nella gestione della macchina amministrativa vaticana.

Questa scelta non è isolata. Basti pensare alla nomina di suor Nathalie Becquart come sottosegretaria del Sinodo dei Vescovi, con diritto di voto, a quella di suor Alessandra Smerilli come segretario del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, a suor Simona Brambilla come prefetto del Dicastero per la Vita Consacrata o, più recentemente, alla scelta di suor Raffaella Petrini per la guida del Governatorato del Vaticano. Francesco sta costruendo un modello di Chiesa in cui le donne non sono spettatrici, ma protagoniste attive.

La donna non è un ornamento, ma protagonista della Chiesa

Papa Francesco

L’apertura alle donne nei ruoli decisionali della Chiesa non è stata esente da critiche e resistenze. Settori più tradizionalisti vedono in queste scelte una deviazione rispetto a una presunta immutabilità della struttura ecclesiale. Tuttavia, Papa Francesco agisce con la consapevolezza che l’autorità non si fonda su privilegi storici, ma su una chiamata evangelica alla corresponsabilità.

Il Papa non ha mai parlato di un accesso al sacerdozio per le donne, ma ha sempre insistito sulla loro capacità di contribuire alla vita ecclesiale in ruoli dirigenziali. La scelta di una francescana per guidare il Governatorato del Vaticano è anche un richiamo all’essenzialità e alla concretezza del carisma di Francesco d’Assisi, che nella semplicità e nella minorità trovava la forza di un rinnovamento autentico.

La nomina di suor Raffaella Petrini assume anche un valore simbolico per il mondo esterno alla Chiesa. In un contesto globale in cui la parità di genere è al centro del dibattito pubblico, la decisione di Francesco mostra come la Chiesa non sia un’istituzione anacronistica, ma sappia leggere i segni dei tempi e rispondere con scelte concrete. È un messaggio rivolto anche alle giovani generazioni, che spesso percepiscono le istituzioni ecclesiali come distanti e chiuse rispetto alle istanze contemporanee.

La Chiesa di Papa Francesco è una Chiesa sinodale, capace di camminare insieme superando divisioni e discriminazioni. L’inclusività verso le donne non è un’agenda politica, ma una risposta alla chiamata evangelica di riconoscere in ogni battezzato un membro attivo e corresponsabile della comunità ecclesiale. Suor Raffaella Petrini, con il suo nuovo incarico, sarà testimone e protagonista di questa visione, dimostrando che il rinnovamento della Chiesa passa anche attraverso il coraggio di affidare alle donne ruoli di leadership e responsabilità.