La decisione dei vescovi cattolici degli Stati Uniti di citare in giudizio l’amministrazione Trump per la sua politica di smantellamento delle strutture di aiuto ai poveri e ai vulnerabili è un atto che va oltre la semplice disputa giuridica. È un richiamo morale che riecheggia nella storia e si radica nelle parole del Vangelo. Chi tocca i più deboli, chi spezza la rete di solidarietà che tiene unita una società, chi usa il potere per distruggere piuttosto che per costruire, prima o poi dovrà rispondere delle sue azioni. Non solo davanti alla legge, ma davanti a Dio.
L’amministrazione Trump, con il supporto di Elon Musk e del vicepresidente JD Vance, ha avviato un’aggressiva politica di tagli ai programmi di assistenza sociale, sia a livello nazionale che internazionale. L’USAID, l’agenzia che si occupa degli aiuti allo sviluppo nei paesi più poveri, è stata smantellata con la cinica esultanza di Musk che sui social ha scritto di averla “gettata nel cippatore di legna”. Trump stesso ha ordinato la sua chiusura con un laconico “CLOSE IT DOWN” pubblicato sulla sua piattaforma Truth Social.
Questi attacchi non si limitano alle istituzioni statali, ma colpiscono anche la Chiesa cattolica e i suoi ministeri di carità. Quando i vescovi americani hanno criticato queste scelte, il vicepresidente Vance ha replicato accusando la Chiesa di speculare sui rifugiati e di preoccuparsi più del denaro che della moralità. È una retorica velenosa, volta a screditare chiunque osi opporsi a una politica di isolamento e indifferenza.
Il bersaglio sono i più deboli
È impossibile non vedere un filo conduttore in queste azioni: chi è più povero, chi è più vulnerabile, chi ha meno potere politico viene colpito per primo. Mentre si tagliano fondi ai programmi per i rifugiati, per la sanità dei più indigenti e per la lotta alla fame, si approvano massicci sgravi fiscali per le aziende e i più ricchi. Questa logica perversa, che rovescia il principio evangelico del servizio ai più piccoli, ha trovato nella Casa Bianca di Trump un nuovo e spregiudicato interprete.
Nel frattempo, la Chiesa cattolica continua a essere divisa tra chi sostiene il presidente per la sua posizione su alcuni temi etici e chi invece denuncia le sue politiche contro i poveri e i migranti. È una divisione pericolosa, perché rischia di svuotare la testimonianza evangelica della sua forza profetica. La citazione in giudizio da parte dei vescovi americani è un atto coraggioso, ma forse tardivo: da tempo, l’amministrazione Trump porta avanti questa agenda senza che vi sia stata una risposta altrettanto chiara e decisa da parte dell’intera comunità cattolica.
Verrà il giorno
La situazione richiama alla mente una delle scene più potenti de I Promessi Sposi, quando l’Innominato, oppresso dal peso dei suoi crimini, si sente dire dal Cardinale Federigo Borromeo: “Verrà un giorno…”. È la frase che annuncia il Giudizio, quel momento in cui ogni potere terreno si scontrerà con la verità eterna.
Trump, Musk, Vance e tutti coloro che oggi brandiscono il potere come un’arma contro i deboli dovrebbero ricordare che ogni scelta ha una conseguenza. Possono chiudere le agenzie umanitarie, licenziare chi porta soccorso, calunniare i ministri della Chiesa e ridicolizzare la solidarietà, ma non potranno sfuggire al giudizio della storia e, soprattutto, a quello di Dio.
Papa Francesco lo ha ricordato chiaramente ai vescovi americani: “Ciò che è costruito sulla forza e non sulla verità inizia male e finirà male”. Non è solo un ammonimento politico, è una verità teologica. Il Vangelo non si presta a strumentalizzazioni: chi serve il povero, serve Cristo; chi lo opprime, si schiera dalla parte sbagliata della storia.
Oggi i vescovi americani si sono alzati in piedi per difendere i poveri, per denunciare un’ingiustizia. È un atto di giustizia terrena, ma è anche un segno che il tempo della resa dei conti si avvicina. Perché alla fine, ogni uomo – anche il più potente sulla terra – sarà giudicato da Dio. E verrà il giorno in cui nessuna propaganda, nessun attacco mediatico e nessuna strategia di potere potranno nascondere la verità.
La decisione dei vescovi USA di citare in giudizio l’amministrazione Trump è un atto di coraggio che richiama la responsabilità morale di ogni governo verso i più deboli. Non si tratta solo di politica, ma di giustizia: chi opprime i poveri dovrà rispondere non solo alla storia, ma a Dio. “Verrà un giorno”, e quel giorno nessuno potrà sottrarsi al Giudizio.