La recente vittoria di Donald Trump alle elezioni presidenziali del 2024 segna non solo la fine dell’era di Joe Biden, ma anche un significativo spostamento nel panorama del cattolicesimo americano. L’ascesa di Trump, affiancato dal vicepresidente J.D. Vance, convertito al cattolicesimo nel 2019, evidenzia una tendenza verso un nazional-tradizionalismo che sta ridefinendo l’identità cattolica negli Stati Uniti. Si tratta di un interessante laboratorio di sociologia religiosa che vede anche uno scollamento dall’agenda magisteriale di Roma per una reinterpretazione ideologizzata.
Un cambiamento nel voto cattolico
Un recente sondaggio indica che il 56% dei cattolici ha votato per Trump, rispetto al 41% per Kamala Harris. Questo rappresenta un’inversione rispetto al 2020, quando Biden aveva ottenuto il 52% del voto cattolico. Trump e Vance hanno investito nel voto religioso, riuscendo a conquistarlo senza focalizzarsi direttamente sulla questione dell’aborto. La loro strategia ha permesso di attrarre elettori religiosi, alcuni dei quali sostengono il diritto all’aborto, superando le tradizionali divisioni su questo tema.
La ridefinizione del cattolicesimo americano
L’elezione di Trump e Vance evidenzia una trasformazione nel cattolicesimo americano, che si avvicina sempre più al protestantesimo evangelico. Questo cambiamento è particolarmente evidente nel comportamento politico degli elettori latini, sia cattolici che evangelici, che si stanno allontanando dal Partito Democratico nonostante le precedenti retoriche anti-immigrazione di Trump. La diversità culturale ed etnica del cattolicesimo americano non si traduce automaticamente in un sostegno al partito dell’“equità, diversità e inclusione”.
Una nuova era per il cattolicesimo americano
L’elezione del 2024 segna una svolta nel cattolicesimo americano: sempre meno cattolici negli Stati Uniti assomigliano a Kennedy, Biden e Pelosi. Si tratta di una rottura generazionale e culturale che indica un allontanamento dalla tradizione dei cattolici nella politica americana. Biden rappresenta l’ultimo leader cattolico in una Chiesa americana plasmata dalla Seconda Guerra Mondiale e dal Concilio Vaticano II. Trump e Vance emergono come i primi leader di una nuova era, anche all’interno del cattolicesimo americano.
Questo cambiamento solleva interrogativi su cosa il cattolicesimo americano abbia in comune con il cattolicesimo praticato altrove. La crescente influenza di un conservatorismo radicale potrebbe portare a una ridefinizione dell’identità cattolica negli Stati Uniti, con implicazioni significative per la Chiesa a livello globale.