Giovedì, Donald Trump ha nuovamente impugnato il suo caratteristico Sharpie nero e ha firmato un ordine esecutivo che dispone il “rilascio completo e totale” di tutti i documenti ancora classificati relativi all’assassinio di John F. Kennedy nel 1963.Un gesto che, almeno nelle intenzioni dichiarate, rappresenta un atto di trasparenza senza precedenti. “Tutto sarà rivelato”, ha promesso Trump in tono solenne, annunciando anche la declassificazione dei documenti sugli omicidi di Robert F. Kennedy e Martin Luther King Jr.
Ma c’è un problema: Trump aveva già fatto una promessa simile nel 2017, durante il suo primo mandato, salvo poi rimangiarsela.
Ora, con il suo secondo mandato appena iniziato, il presidente si trova nella stessa identica posizione: da una parte l’impegno con il pubblico, dall’altra le pressioni degli apparati di sicurezza, che da decenni si oppongono alla pubblicazione di alcuni documenti.
La domanda è quindi la stessa di sette anni fa: questa volta sarà diverso? O è solo un’operazione di propaganda?
L’eterna battaglia sui documenti JFK
L’ordine esecutivo di Trump arriva in risposta a un dibattito che si trascina da oltre sessant’anni.
L’omicidio di Kennedy non è solo uno degli eventi più traumatici della storia americana, ma anche uno dei più controversi. Secondo la Commissione Warren, il colpevole fu un solo uomo: Lee Harvey Oswald, che sparò da solo dal Texas School Book Depository.
Ma da allora le teorie del complotto si sono moltiplicate: c’è chi sostiene il coinvolgimento della CIA, dell’FBI, della mafia, di gruppi anticastristi, di Lyndon Johnson e persino di una cabala segreta all’interno del governo americano.
Nel 1991, il film “JFK” di Oliver Stone alimentò ulteriormente i sospetti con un’ipotesi di complotto che coinvolgeva l’intero apparato statale. L’impatto fu così forte che il Congresso approvò nel 1992 il JFK Assassination Records Collection Act, che impose la declassificazione graduale di tutti i documenti segreti, con una scadenza finale nel 2017.
Quando quella data arrivò, Trump aveva già promesso la pubblicazione totale. Ma all’ultimo momento, su pressione di CIA, FBI e Pentagono, accettò di mantenere segreti oltre 8.000 documenti, sostenendo che la loro diffusione avrebbe potuto mettere a rischio la sicurezza nazionale.
Ora, dopo l’incompleta declassificazione fatta da Biden, rimangono ancora circa 3.600 documenti nei caveau del governo.
Trump ha davvero intenzione di rilasciarli tutti?
L’ordine esecutivo: tra scappatoie e ritardi
Un’analisi attenta dell’ordine esecutivo di Trump mostra che le sue dichiarazioni pubbliche non corrispondono esattamente a ciò che ha firmato.
L’ordine non impone il rilascio immediato dei documenti. Al contrario, dà 45 giorni di tempo al direttore dell’intelligence nazionale e al procuratore generale per proporre un piano di declassificazione.
E qui sta la scappatoia: l’ordine non specifica quando Trump dovrà agire sul piano, il che significa che potrebbe continuare a rimandare indefinitamente.
Nel frattempo, gli apparati di sicurezza avranno tutto il tempo per fare pressioni e per convincere Trump a trattenere i file più sensibili – proprio come fecero nel 2017.
Inoltre, l’ordine non dice nulla sui documenti non governativi, come le interviste segrete di Jacqueline Kennedy e Robert Kennedy rilasciate allo storico William Manchester. Quei nastri, custoditi nella Biblioteca Kennedy di Boston, resteranno chiusi fino al 2067.
In altre parole, molti dei segreti più scottanti sull’assassinio di JFK potrebbero rimanere tali anche dopo Trump.
Perché la CIA e l’FBI continuano a opporsi alla pubblicazione?
L’opposizione della CIA e dell’FBI alla declassificazione totale non è nuova.
Ma perché?
Secondo i documenti già rilasciati, entrambe le agenzie monitoravano da vicino Oswald già prima dell’assassinio, ma persero occasioni chiave per fermarlo.
La CIA, in particolare, temeva che alcuni documenti rimanenti potessero rivelare dettagli sulle sue operazioni segrete a Cuba e sui tentativi della Casa Bianca di eliminare Fidel Castro.
L’FBI, invece, ha sempre cercato di nascondere i propri errori nelle indagini precedenti all’assassinio, temendo che la declassificazione totale potesse minare la fiducia del pubblico nelle istituzioni.
Alcuni documenti potrebbero anche rivelare l’identità di informatori ancora in vita, esponendoli a possibili ritorsioni.
Trump e le teorie del complotto: una mossa politica?
Trump non è nuovo alla promozione di teorie del complotto. Durante la sua prima campagna elettorale, ha diffuso ipotesi infondate secondo cui il padre di Ted Cruz, suo rivale repubblicano, fosse coinvolto nell’omicidio di JFK.
Il tema della declassificazione totale dei documenti JFK è stato anche un cavallo di battaglia della sua campagna del 2024, usato per alimentare il sospetto anti-establishment.
Promettendo di rivelare tutta la verità, Trump si pone come l’unico presidente in grado di sfidare lo “stato profondo”e di liberare il popolo americano dai segreti del governo.
Ma come abbiamo visto nel 2017, la promessa potrebbe rivelarsi un bluff.
Cosa possiamo aspettarci davvero?
Scenario 1: rilascio parziale con omissioni
È lo scenario più probabile: Trump rilascerà una parte dei documenti, oscurando nomi e dettagli considerati “sensibili”.
Scenario 2: rinvio a tempo indefinito
Trump potrebbe usare la scappatoia del piano di declassificazione per prendere tempo e non pubblicare nulla di nuovo.
Scenario 3: rilascio totale (altamente improbabile)
Un rilascio completo e senza censure sarebbe senza precedenti, ma è difficile da credere considerando le resistenze degli apparati di sicurezza.
Conclusione: la verità su JFK dovrà ancora attendere
L’ordine esecutivo di Trump ha rilanciato l’illusione di una trasparenza totale, ma i precedenti e le ambiguità del testo fanno pensare che la promessa non verrà mantenuta.
Dopo oltre sessant’anni di segreti, l’America potrebbe essere più vicina alla verità sull’assassinio di Kennedy – ma il momento della piena rivelazione sembra ancora lontano.
Se Trump davvero pubblicherà tutti i file, lo scopriremo nei prossimi mesi.
Ma, considerando i giochi di potere dietro questa vicenda, è probabile che molti misteri resteranno irrisolti ancora a lungo.