L’intesa sulle risorse minerarie come snodo chiave per la fine del conflitto e il nuovo equilibrio internazionale
L’Ucraina e gli Stati Uniti sono a un passo dalla firma di un accordo storico sulle terre rare e altre risorse minerarie strategiche. Questo patto, che potrebbe essere siglato nei prossimi giorni tra il presidente Volodymyr Zelensky e il presidente Donald Trump, prevede la creazione di un fondo congiunto in cui Kiev contribuirà con il 50% dei proventi derivanti dall’estrazione e dalla monetizzazione delle materie prime di proprietà statale. Tra queste spiccano litio, titanio, uranio e terre rare, elementi fondamentali per le nuove tecnologie, dall’elettronica ai veicoli elettrici, fino alle infrastrutture militari.
L’accordo segna una svolta cruciale non solo per il futuro economico dell’Ucraina, ma anche per i delicati equilibri geopolitici mondiali. La domanda chiave ora è: può questo patto accelerare la fine del conflitto con la Russia? E quali conseguenze avrà sulle relazioni tra Europa, Stati Uniti e il blocco sino-russo?
Terre rare e conflitto: l’Ucraina come snodo strategico
Da sempre il controllo delle materie prime strategiche è una delle cause scatenanti delle guerre. Il caso ucraino non fa eccezione: l’abbondanza di risorse minerarie nei territori contesi tra Kiev e Mosca ha giocato un ruolo fondamentale nel conflitto.
Secondo Giuseppe Sabella, autore del libro La guerra delle materie prime e lo scudo ucraino (Rubbettino, 2022), la guerra in Ucraina non è solo una questione territoriale o ideologica, ma anche una lotta per il controllo delle risorse critiche per l’economia globale. L’Ucraina, infatti, vanta uno dei più ricchi giacimenti di terre rare d’Europa, situati in particolare nel Donbas e nelle regioni orientali del Paese, ora parzialmente occupate dalla Russia.
Le terre rare sono un gruppo di 17 metalli strategici impiegati nella produzione di:
• Microchip, smartphone e TV (industria elettronica)
• Motori per veicoli elettrici
• Turbine eoliche (settore delle rinnovabili)
• Fibre ottiche e diagnostica medica
• Sistemi di difesa avanzati (radar, droni, missili ipersonici)
Negli ultimi anni la Cina ha monopolizzato il mercato delle terre rare, controllandone oltre il 60% della produzione mondiale. Questo ha reso l’Occidente estremamente dipendente da Pechino per i rifornimenti di questi elementi critici. Il potenziale ucraino potrebbe quindi rappresentare una vera alternativa strategica per gli Stati Uniti e l’Europa.
Gli USA e la strategia delle materie prime
L’amministrazione Trump ha sempre avuto un’attenzione particolare per le risorse minerarie strategiche. Già durante il suo primo mandato, l’ex presidente repubblicano aveva lanciato una politica di indipendenza mineraria per ridurre la dipendenza americana da Cina e Russia. Con il ritorno alla Casa Bianca, Trump ha accelerato le manovre per includere l’Ucraina in questa strategia, offrendo sostegno economico e militare in cambio dell’accesso alle riserve minerarie del Paese.
Secondo indiscrezioni, il patto tra USA e Ucraina prevede:
1. Esplorazione e sfruttamento congiunto delle terre rare e di altre materie prime
2. Creazione di un fondo congiunto tra Kiev e Washington per la gestione delle entrate
3. Possibile costruzione di impianti di lavorazione e raffinazione delle terre rare in Ucraina, con finanziamenti americani
4. Sostegno economico per la ricostruzione post-bellica dell’Ucraina, finanziato in parte dai proventi delle risorse minerarie
Trump ha definito l’accordo “un grosso affare, un affare molto grande”, lasciando intendere che la questione potrebbe rientrare anche nei negoziati per la fine delle ostilità.
Russia e Cina: un nuovo equilibrio geopolitico
L’intesa sulle terre rare potrebbe ridisegnare le alleanze globali e incidere sulla posizione della Russia nel conflitto. Mosca ha un forte interesse a normalizzare i rapporti con gli Stati Uniti per uscire dall’isolamento economico imposto dalle sanzioni occidentali.
Nonostante l’alleanza con la Cina, Putin sa che il legame con Pechino è tutt’altro che privo di rischi, soprattutto perché:
• La Cina ha imposto alla Russia prezzi bassissimi per petrolio e gas, approfittando della sua crisi economica
• Pechino sta avanzando nelle aree di influenza russa in Asia centrale
• L’industria militare cinese dipende ancora dall’hardware russo, ma il gap tecnologico si sta riducendo
Se gli USA riuscissero a strappare la Russia dall’orbita cinese – come fece Nixon con la Cina negli anni ’70 per isolare l’URSS – il panorama geopolitico globale potrebbe cambiare radicalmente.
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E l’Europa? Il rischio di restare spettatori
Mentre Washington e Mosca trattano, l’Unione Europea rischia di essere marginalizzata. Nonostante l’UE sia stata la prima a stringere accordi con l’Ucraina per le materie prime (nel 2021 Bruxelles e Kiev firmarono un partenariato strategico sul litio e le terre rare), oggi il Vecchio Continente rischia di perdere il controllo di una risorsa strategica fondamentale.
Secondo il Kiel Institute for the World Economy, l’Europa ha già stanziato oltre 138 miliardi di euro in aiuti all’Ucraina, più di quanto abbiano fatto gli Stati Uniti. Tuttavia, senza un ruolo attivo nei negoziati sulle materie prime, l’UE potrebbe trovarsi a dipendere dagli USA per l’accesso alle risorse minerarie ucraine, anziché beneficiarne direttamente.
L’ingresso dell’Ucraina nell’Unione Europea potrebbe accelerare proprio per evitare che Bruxelles venga tagliata fuori dagli accordi economici futuri.
Un accordo che potrebbe cambiare la guerra
L’accordo sulle terre rare tra USA e Ucraina rappresenta molto più di un semplice affare minerario: potrebbe essere il primo vero passo concreto verso la fine della guerra.
Se l’intesa dovesse includere garanzie di sicurezza per Kiev e un’apertura della Russia ai negoziati, si potrebbe arrivare a un cessate il fuoco con una progressiva normalizzazione economica tra Mosca e l’Occidente.
Tuttavia, restano ancora molte incognite:
• La Russia accetterà un’intesa che le impedisce di controllare le risorse ucraine?
• Trump riuscirà a imporre un compromesso tra Mosca e Kiev?
• L’Europa saprà difendere i propri interessi o resterà ai margini?
Ciò che è certo è che, ancora una volta, le materie prime stanno decidendo le sorti della geopolitica globale. E il futuro dell’Ucraina non si giocherà solo sui campi di battaglia, ma nei tavoli delle trattative economiche.