In un clima infuocato post-Olimpiadi di Parigi, dove la nazionale femminile di pallavolo ha trionfato conquistando la medaglia d’oro, il generale Roberto Vannacci è finito al centro di una polemica accesa. Durante un’intervista, Vannacci ha rilasciato dichiarazioni controverse su Paola Egonu, una delle atlete più forti della squadra, affermando che, pur essendo una campionessa, “non ha i tratti da italiana”, facendo riferimento alla sua origine nigeriana. Queste parole hanno immediatamente scatenato una bufera mediatica, con il giornale online di satira politica Dagospia che ha definito Vannacci “un novello de Gobineau”. Allo stesso tempo, il vice premier Antonio Tajani ha commentato che senza le critiche dei giornalisti progressisti al libro autoprodotto di Vannacci, “Il Mondo al Contrario”, il generale sarebbe rimasto un “signor nessuno” anziché diventare un simbolo per alcuni italiani, raccogliendo 500.000 voti alle elezioni europee.
Chi era Joseph Arthur de Gobineau?
Per comprendere appieno il peso delle parole di Vannacci e il paragone fatto da Dagospia, è necessario fare un passo indietro nella storia e analizzare il pensiero di Joseph Arthur de Gobineau, il controverso pensatore francese del XIX secolo. Gobineau è conosciuto principalmente per il suo Saggio sull’ineguaglianza delle razze umane (1853-1855), un’opera che ha gettato le basi per molte delle ideologie razziste del XX secolo.
Gobineau sosteneva che l’umanità fosse divisa in razze distinte, con differenze innate che determinavano le capacità intellettuali, morali e fisiche di ogni gruppo. Nel suo sistema gerarchico, la “razza bianca” era considerata superiore e destinata a dominare, mentre le “razze gialla e nera” erano viste come inferiori, con la razza nera considerata la più bassa nella scala. Gobineau attribuiva il declino delle grandi civiltà alla “mescolanza razziale”, un’idea che influenzò profondamente le ideologie razziste, soprattutto quella nazista.
L’Influenza di Gobineau sul Nazismo e il Fascismo
Le idee di Gobineau, pur originate in un contesto storico diverso, furono riprese e adattate dai teorici nazisti e fascisti per giustificare le loro politiche di discriminazione razziale. Adolf Hitler e i suoi ideologi, come Alfred Rosenberg, videro nel pensiero di Gobineau una giustificazione pseudoscientifica per la loro ossessione con la “purezza razziale” e la supremazia ariana. Anche se Gobineau non identificava chiaramente gli ebrei come una minaccia, i nazisti interpretarono e adattarono le sue teorie per supportare l’antisemitismo e la persecuzione che culminarono nell’Olocausto.
In Italia, Benito Mussolini inizialmente non era ossessionato dalle teorie razziali quanto i nazisti, ma con l’introduzione delle leggi razziali del 1938, anche il fascismo italiano abbracciò una visione del mondo influenzata dalle teorie di Gobineau, promuovendo l’idea di una “razza italiana pura” da proteggere.
Il Confronto con la Realtà Scientifica
Le teorie di Gobineau sono state ampiamente discreditate dalla scienza moderna. La genetica ha dimostrato che non esistono razze biologiche distinte tra gli esseri umani; piuttosto, esiste una continuità genetica che attraversa tutte le popolazioni. Le differenze fisiche, come il colore della pelle, sono adattamenti a condizioni ambientali e non hanno alcuna correlazione con l’intelligenza o la moralità.
Gli studi contemporanei in biologia e antropologia hanno confermato che la maggior parte della diversità genetica umana si trova all’interno delle cosiddette “razze” piuttosto che tra di esse. Inoltre, la nozione di “purezza razziale” non ha basi scientifiche, essendo stata una costruzione ideologica utilizzata per giustificare oppressioni e discriminazioni.
Vannacci e il Ritorno delle Vecchie Ideologie
Le dichiarazioni di Vannacci su Paola Egonu riflettono un ritorno preoccupante a ideologie razziste che dovrebbero appartenere al passato. La scelta di commentare i “tratti” di un’atleta italiana, nata e cresciuta in Italia, ma con genitori nigeriani, risuona con le vecchie teorie sulla purezza razziale e sull’appartenenza etnica che hanno causato enormi sofferenze nel XX secolo.
Il paragone fatto da Dagospia, definendo Vannacci un “novello de Gobineau”, non è solo una battuta satirica, ma un richiamo alla pericolosità di riportare in auge concetti superati e dannosi. Le parole del vice premier Tajani, secondo cui Vannacci ha costruito la sua notorietà su sentimenti razzisti e populisti, sottolineano come tali idee possano ancora trovare terreno fertile in una parte della società italiana.
Il caso Vannacci evidenzia come le idee razziste, seppur discreditate dalla scienza e dalla storia, continuino a riaffiorare nel dibattito pubblico. La lezione che possiamo trarre dalla storia di Gobineau e dall’uso delle sue teorie da parte di regimi totalitari è chiara: il razzismo, in qualsiasi forma si presenti, è un pericolo per la coesione sociale e per i valori di uguaglianza e rispetto su cui si basa una società civile. Paola Egonu, con la sua straordinaria carriera e i suoi successi, rappresenta l’Italia tanto quanto qualsiasi altro cittadino, indipendentemente dalle sue origini. Il ritorno a vecchie ideologie razziste deve essere contrastato con fermezza e con la consapevolezza della loro tragica storia.