Si è concluso il 18 Maggio alla PAMI di Roma il convegno di tre giorni sulla ven. Maria di Ágreda. Papa Francesco, ricevendo in udienza privata i convenuti due giorni prima, ha riaperto le speranze di ripresa del processo di canonizzazione.
I doni mistici come la bilocazione e le rivelazioni private sulla vita della Madonna, scritte nella “Mistica Città di Dio”, avevano messo un freno al riconoscimento canonico della santità della monaca concezionista spagnola.
Il Papa è andato oltre i fenomeni straordinari e gli scritti nel tessere gli elogi di Maria di Ágreda, esaltando piuttosto l’esemplarità nelle virtù.
Con l’ascolto attento alla volontà di Dio attraverso la familiarità alle Scritture, la Ágreda sviluppò uno zelo missionario senza pari.
Non a caso, è una monaca di clausura carmelitana la Patrona delle missioni cattoliche nella persona di S. Teresina.
Quanto alla straordinarietà dei doni mistici, la clarissa cappuccina Veronica Giuliani, già canonizzata, ne ha ricevuti di più numerosi e singolari.
Il titolo è da intendersi sul fondamento essenziale dei suoi carismi soprannaturali centrati sulla sua familiarità con la Beata Vergine Maria.
Ancor prima di S. Luigi M. Grignon de Montfort e dopo Origene, Maria di Ágreda ha mostrato un cammino mariano di santificazione.
Padre Salvatore Perella, uno dei massimi mariologi contemporanei ha dichiarato che negli scritti dell’Ágreda non c’è nulla di eterodosso.
D’altra parte, rispetto agli scritti, ci sono figure altrettanto complesse e simili, come Caterina Emmerich che invece è stata beatificata.
Il 1 ottobre 1999 S. Giovanni Paolo II dichiarando S. Brigida compatrona di Europa, ebbe a dire: «Alcuni aspetti della straordinaria produzione mistica suscitarono nel tempo comprensibili interrogativi, rispetto ai quali il discernimento ecclesiale si operò rinviando all’unica rivelazione pubblica, che ha in Cristo la sua pienezza e nella Sacra Scrittura la sua espressione normativa. Anche le esperienze dei grandi santi non sono infatti esenti da quei limiti che sempre accompagnano l’umana recezione della voce di Dio. Non v’è dubbio, tuttavia, che riconoscendo la santità di Brigida, la Chiesa, pur senza pronunciarsi sulle singole rivelazioni, ha accolto l’autenticità complessiva della sua esperienza interiore».
Se per il dottorato a S. Luigi Maria Grignon de Montfort si temeva – indebitamente – un massimalismo mariano, per la Ágreda è lecito supporre che l’ostacolo fu il suo scotismo come base dottrinale.
Per secoli, la diatriba sull’Immacolata Concezione tra domenicani e francescani, ha impedito uno studio sereno sul beato scozzese.
Tommaso d’Aquino, chiamato il Dottore Comune e fortemente rivalutato lo scorso secolo, aveva delle posizioni di antropologia a proposito della donna, che oggi sono inaccettabili.
Vale lo stesso anche per la sua neonatologia nella quale credeva un’infusione dell’anima al 40 giorno per gli uomini e il doppio per le donne.
Negli USA oggi, i tradizionalisti dicono che “il male” della teologia è Scoto.
Temono fortemente che il beato Giovanni Duns Scoto e la ven. Maria di Ágreda diventino dottori della Chiesa.
Nella sua relazione finale, P. Stefano Cecchin, presidente della Pontificia Accademia Mariana Internazionale ha detto che «il Diavolo odia l’Immacolata Concezione e odia l’ordine dell’Immacolata Concezione».
Quando i missionari francescani incominciarono la prima evangelizzazione rimasero sbalorditi dal racconto di una «dama in blu» che già li aveva catechizzati.
Ancora nel 1699, cioè ben trentaquattro anni dopo la morte di suor Maria, furono scoperte per la prima volta tribù che professavano un cristianesimo senza sacerdoti, perché non ne avevano mai trovato uno.
La Ágreda interrogata in Spagna dal Superiore della missione in Nuovo Messico rimase sbalordito della dettagliata relazione della monaca concezionista sui nomi di tutti i confratelli missionari e il ricordo degli episodi e avventure che lui stesso aveva dimenticato.
Infine, Maria di Ágreda confermò di avere catechizzato, oltre gli Xamana, anche molte altre tribù.
Di fronte a una cosa del genere la ragione si piega la rivelazione in rispettoso ossequio e contempla le meraviglie di Dio che quasi sempre opera attraverso i piccoli.