IMMIGRAZIONE: Nel cuore del Mediterraneo, lo scontro tra l’umanità e la politica ha raggiunto nuovi picchi di violenza. La nave di soccorso Mare Jonio, operata dall’ONG Mediterranea Saving Humans, è stata oggetto di un brutale attacco da parte della Guardia Costiera Libica.
I testimoni dell’ONG raccontano di sparatorie in acqua, minacce e panico mentre tentavano di salvare un barchino stracarico di naufraghi. La motovedetta libica si è avvicinata con una velocità spaventosa, costringendo molti dei naufraghi a gettarsi in acqua, terrorizzati dalla prospettiva di essere riportati indietro verso la Libia.
Le conseguenze di questo attacco sono drammatiche: alcuni naufraghi sono stati recuperati dall’equipaggio del Mare Jonio, ma altri sono stati intercettati dalla motovedetta libica. Non si sa con certezza quanti siano sopravvissuti a questa terribile esperienza.
Questa aggressione non è un caso isolato. Si inserisce in un contesto più ampio di politiche volte a scoraggiare i soccorsi nel Mediterraneo centrale. L’equipaggio del Mare Jonio è tornato in mare con una missione chiara: testimoniare e documentare le violazioni dei diritti umani perpetrate dalla Guardia Costiera Libica.
La politica di respingimento praticata dalla Libia, con il supporto implicito dell’Unione Europea, ha già avuto conseguenze devastanti. Migliaia di persone sono state riportate indietro in un Paese che rappresenta per loro un inferno, violando così la Convenzione di Ginevra e i principi fondamentali di solidarietà e protezione dei diritti umani.
Mediterranea Saving Humans non si arrende di fronte a queste violenze e continua la sua missione di soccorso e documentazione. Il Mediterraneo non è solo un luogo di attraversamento, ma anche un simbolo della nostra umanità. È lì che dobbiamo stare, per soccorrere chi è in pericolo e difendere i diritti di ogni individuo, senza distinzioni né discriminazioni.